Sogno: "Ma io davvero sono scema?"
Polkan: "No, dicevo così, è un esempio."
Sogno: "Ma tu l'hai detto!"
Polkan: "Già."
Sogno: "Allora sono scema, visto?"
Polkan: "Macchè, veramente pensi che potrei dire una cosa del genere?!"
Sogno: "Ma tu l'hai detto!"
Polkan: "Avevo bevuto."
Sogno: "Ma era trenta secondi fa."
Polkan: "Mi passa in fretta."
Sogno: "Ma non hai bevuto con me."
Polkan: "Tu eri.. insomma, lì. Non mi hai visto."
Sogno: "Ti odio"
Polkan: (urlando) "La prossima."
Patti chiari, amicizia lunga. Accanto alla scrivania ideale, poi, vorrei un'amaca. Si, un amaca, e vorrei un sole tutto per me che mi riscaldi e mi abbronzi ogni volta che mi va, anche di notte, e una nuvola rompi-coglioni, che però questa volta non sarebbe rompi-coglioni, sarebbe la mia nuvola creata apposta per rompere i coglioni, ma che in realtà, appunto, non li romperebbe, perchè sarebbe lì per fare ombra ogni volta che avrei troppo caldo e, se ancora non bastasse, farebbe anche qualche gocciolina di pioggia per rinfrescarmi, e via, giù con cocktail da un lato, in bicchieroni enormi, senza fondo, pieni dell'alcool più buono che esiste, ma non qui, il più buono che esiste nel mio mondo immaginario, e quindi un alcool che non brucia, che non dia fastidio, che non faccia mai schifo, che sia solo buono e che ubriachi; e casse di ghiaccio dall'altro, casse enormi di ghiaccio a cubetti che non si scioglie (nel mio mondo immaginario tutto va come decido io, il caldo è troppo caldo solo se decido di essere rinfrescato, il sedere mi fa male solo se decido che la mia sedia si deve fare più morbida, Berlusconi non esiste e i gay non sono ancora stati scoperti (ma io li conosco quindi sto attento) e hanno da poco preso di mira Hamilton, qui in un'espressione di "strana" soddisfazione) e delle fantastiche fanciulle che mi rinfrescano la vista e, se ho voglia, mi soffiano aria sul corpo con delle grandi foglie verdi e intanto si baciano e si accarezzano (sempre meglio di guardare i porno su internet) e mi poggiano tra le labbra degli squisiti bocconcini di cibo, che si scioglie dolcemente in bocca, con calma, auto-masticandosi e solleticandomi il palato. Poi il letto immaginario, triplo-matrimoniale, e il guardaroba immaginario, che si auto-compra i miei vestiti preferiti e, una volta che li ho usati, li butta e li ricompra.
In realtà, nella mia camera immaginaria, nel mio mondo immaginario, tutta questa roba già c'è. E' la scrivania che voglio, pensavo di comprarla, ma non so proprio quale scegliere e il mio tempo immaginario è infinito, quindi quando sono lì lì per sceglierla e comprarla, con i miei soldi immaginari di cui dispongo senza nessun limite, non mi accorgo mai che passa tutto il mio giorno reale, apro gli occhi e vado a dormire. Non ne posso più di avere la mia scrivania reale. Voglio un orologio.
Polkan
Nessun commento:
Posta un commento