martedì 29 marzo 2011

Pensieri inter-cacca: ho bisogno di un netbook.

Trovare l'ispirazione, soprattutto in un momento in cui la desideri fortemente, come me negli ultimi tre giorni, è davvero una cosa difficile. Più che difficile. Non sembra ma, per quanto sia una questione mentale, non dipende dal cervello. Non puoi dirti in qualsiasi momento adesso realizzo le condizioni necessarie per trovare l'ispirazione, a meno che tu non sia disposto a dirtelo senza ottenere alcun risultato. C'è bisogno prima di tutto di un posto, un luogo. Il luogo fa tutto il lavoro che avrebbe dovuto fare la tua mente. Il mio luogo ispiratore, ad esempio, è il bagno; il che non è una cosa positiva, visto che lo frequento circa dieci minuti al giorno, venti con la doccia. Ha tre proprietà fondamentali per essere luogo d'ispirazione: il silenzio, la solitudine e la luce. Il silenzio è fondamentale e il mio bagno ne è pieno, di più dal momento che lo frequento il più delle volte tra l'una e le tre di notte, eppure non si tratta di un silenzio materiale, ma mentale, che è sicuramente legato al silenzio effettivo della stanza, ma non vitalmente, solo un pò. Può esserci silenzio mentale con la musica, anche se trovare delle canzoni adatte è cosa assai rara, oppure in compagnia dei suoni della città, o della natura se proprio abbiamo uno spirito romantico. Seduti su un prato levigato, verde chiaro, sfumato dalle ombre degli alberi e dai raggi del sole, pochi metri avanti a un lago, dalle gocce limpide e il luccichio argentato, lievemente colorato dal passare del sole. Non so se avete capito cosa intendo. Ma può essere anche qualcosa di molto più quotidiano, immediato, grezzo. Seduti su una panchina, con dinanzi il mare e, frapposte, decine, centinaia di auto che rombano e frenano e scorrono e passano e scappano, mentre il vento ti butta aria sul viso, i bambini ti cantano attorno, le madri gli urlano dietro, li rincorrono, le foglie frusciano, il sole cala. Credo diventi abbastanza chiaro cosa intendo per silenzio mentale: immergersi. Nell'ambiente, nella mente, in quello che vi pare, ma diventare un tutt'uno con quello che c'è, perchè il suono delle foglie non venga notato notato, il rumore delle macchine diventi sottofondo, gli acuti dei bambini compagnia, il tirarsi dello sciacquone idem, volendo, e così via. La solitudine: questa fisica. Ok, attorno anche migliaia di persone, ma accanto zero, solo tu, io, e il foglio, e in bagno è abbastanza probabile che ci entri solo una persona alla volta, specie se questa si abbassa i pantaloni e si siede con no chalance sul cesso. La luce: qualsiasi luce vi permetta di isolarvi. A me quella del bagno va bene come quella del sole tra le quattro e le sei del pomeriggio (ora, perchè d'estate ad esempio è tra le sei e le otto e d'inverno mai). Il punto è che ho bisogno di tanta ispirazione, più che per quantità per durata, e nel bagno ci passo dieci minuti al giorno, venti con la doccia, mentre passo la maggior parte del giorno nella mia stanza, che è il luogo meno ispirativo che conosco, sebbene sia qui che dovrei stare per scrivere, avendo io qui il PC, e questo ci porta al vero fulcro della questione che non era ora vi insegno come si fa ad avere un'ispirazione, ma invece mi serve assolutamente un pc portatile mio.

Polkan

mercoledì 23 marzo 2011

Next one.

L'energia nucleare è un'energia notevolmente innovativa. Guardi qua: può fare il suo tost con soli 0,001 microgrammi di uranio. Sa quanto uranio è presente in natura? A quintali. E non è tutto. Lei non deve preoccuparsi più di nulla. Si è mai preoccupata dello spreco di gas quando cucina? O crede che il gas sia infinito. L'uranio in proporzione è presente sulla Terra molto ma molto più del gas dell'Eni. Praticamente interminabile! Non è ancora convinta? Guardi qua, mi faccio una lastra comodamente seduto sul divano e con una spesa di soli sei centesimi. Altro che ospedale. E questo? Vuole che glielo cucini? Dia a me. Ecco fatto. Quanto c'ho messo? Sei secondi? Sette? Sette. La signora lì è pignola. Ma è un bene signora, significa che è interessata a capire. Siamo qui per questo. Ma lo sapete che l'energia nucleare è una delle più innovative tra quelle sfruttate dall'uomo? Pensate che la sua scoperta risale solo al millenovecentocinque. Chi l'ha scoperto? Chi sa chi ha scoperto il nucleare? Esatto, Einstein. E invece lo sa quando è stata scoperta l'energia eolica, che tanto esaltano quelli là in tv? Eh, lo sa che la usavano già nel settecento dopo Cristo? Cerchi mulini a vento su Wikipedia se non mi crede. E poi si vantano di aver trovato la soluzione a tutti i mali. Si, una soluzione vecchia milletrecento anni! E l'energia idroelettrica invece ha già quasi trecento anni! Bell'idea, proprio. Noi con questa nuova energia nucleare di nuova generazione possiamo dare una nuova spinta alla nuovissima economia mondiale che sto appena formando con il mio nuovo amico di zecca: saluta il pubblico Goblin, da bravo.

Polkan

giovedì 17 marzo 2011

A morte chi disunì l'Italia.

"Oh andiamo?"
"Andiamo."
"Ok."

Nel treno zitti, silenzio, non un silenzio di gelo, di terrore, di paura, ma un gelo di attesa, di carica, come quando il cellulare termina la propria energia e attende inerme ed inutilizzato sulla scrivania attaccato al caricabatterie, che forse è l'esempio più quotidiano e per questo il più brutto e dal momento che gli esempi brutti non 'colpiscono', eccone un altro: come un animale in letargo, prima che arrivi il momento propizio ed esploda in tutta la sua vitalità. Il silenzio carica, perchè la carica è energia e l'energia parte dalla mente e la mente si nutre di concentrazione e la concentrazione si alimenta col silenzio. E per fare ciò che ci eravamo proposti di fare, serviva carica, questo è certo. Arrivammo a destinazione dopo due ore e mezza di viaggio, sapendo che il percorso non sarebbe comunque finito lì. Infatti ci aspettavano ancora parecchi chilometri di autobus prima di arrivare. Arrivati lì, più carichi per l'esaltazione e la rabbia che lentamente continuava a sfogare come piccole gocce di combustibile che a poco a poco si avviano alla combustione senza lasciare mai l'auto a secco, l'apocalisse: centinaia, migliaia di uomini al seguito di una bara di legno scuro, senza particolari ornamenti, come a testimoniare il progressivo abbandono che avrebbe ricevuto da lì a poco colui che vi era rinchiuso dentro, ahilui per l'eternità: dapprima la sobrietà quasi disinteressata della sua ultima 'casa', poi il silenzio freddo degli uomini che la seguivano, come fedeli inebetiti e incerti alla morte del proprio messia, poi il lento abbandono totale, rallentato solo dal lavoro degli ultimi discepoli. Dev'essere successo anche al più grande Messia di tutti i tempi: chi avrebbe poggiato la propria mano sul fuoco in nome di un uomo appena spirato incollato ad una croce di legno che non avrebbe ucciso il più semplice dei fantasmi e che invece è riuscita nell'intento proprio con il Figlio di Dio? Ai lati della mandria, come a formare due muri, con il duplice intento di impedire la fuga a quanti di loro, alla vista di quella cassa spoglia e soprattutto all'immagine di quel corpo insulso e inerme all'interno, avrebbero voluto rinnegare ogni propria convinzione, delusi e rinnegati loro stessi da quella tragica fine che non sembrava possibile potesse avvenire anche con lui, aveva promesso non sarebbe successo. Il secondo motivo era lo stesso nostro, sembrava quasi automatico che ci saremmo uniti a loro in questi interminabili attimi di liberazione: festeggiare. Il nostro sorriso silenzioso, di un silenzio che continuava ad autonutrirsi da ormai ore, da quella telefonata di ieri sera, sul tardi, probabilmente erano le dieci e mezza o le undici, spiccava da ambedue i lati, tra la tristezza incredula dei seguaci, con i loro ovinointelletti, e la festa vendicativa ai bordi. Tra i fuochi d'artificio, i petardi, i cori e l'udienza isterica e immobile delle persone al centro di quella piazza, la nostra andatura lenta, fiera e sorridente spiccava come un raggio di sole che si fa spazio tra le rocce dello Utah (vedetevi: 127 ore) come se avessimo qualcosa da nascondere, come se si rendessero conto che il nostro non era esattamente l'atteggiamento della festa, della liberazione della rabbia alla serenità o della rassegnazione, ma della nascita, la nascita che avremmo avuto sicuramente noi, di lì in poi. Ci avvicinammo alla bara come tutti coloro che avrebbero desiderato concedersi un ultimo attimo in sua presenza, pur non essendo mai stati in sua presenza prima di quel momento, che, se non altro, era stata l'occasione per avvicinarglisi. Arrivato il nostro turno, avanzammo ancora di un passo, guardammo per un attimo la guardia giurata che presenziava ai saluti e che garantiva il tranquillo svolgimento della cerimonia e poi alzammo una mano all'altezza quasi dell'ombellico, e, continuando a guardare negli occhi la guardia giurata, la riabbassammo entrambi, smettendo quasi contemporaneamente di rivolgere il nostro sguardo a quell'uomo interdetto, come altri che avevano già notato la scena. Fissando la bara scura, poggiammo entrambi la mano sul pene, prendendo con questo anche tutto il resto di quello che c'è lì sotto. Stringendo forte e scrollando con violenza, con la nostra concentrazione e il nostro desiderio di fare ciò che stavamo facendo che non permettevano che l'espressione dei nostri volti mutasse, alzammo entrambi la mano che avevamo usato e ci girammo, come tutti i fedeli, per andarcene. D'istinto una guardia, prima intenta a controllare che nessuno si avventasse sul resto della folla, ci si avvicinò per fermarci, ma tutte le persone ai bordi del corteo, che già avevano iniziato a ridere, avendo compreso il gesto che avevamo fatto, inizò ad intonare il coro "fate il vostro lavoro, ormai è morto", così la guardia si fermò all'istante, spaventata dalla possibile reazione di tutti quegli uomini. Andammo via, assieme allo scorrere della fila. Senza ancora scambiarci neppure una parola, prendemmo il pullman, poi il treno e arrivammo a casa.

"Oh"
"Ahahahahah"

Emre: Se muore qualcuno di cui non me ne fotte, non dico nulla, non mi dispiaccio. Nulla. Se muoiono lui o Berlusconi festeggio.
Polkan: Chiaro. Abbè ma Berlusconi penso senza fiatare: si va tutti a Roma al funerale e si fa il gesto di ciucciarci le palle e ce ne si torna a casa.
Emre: Ua o facimm?
Polkan: Chiaro. Senza fiatare però, senza parlarne manco. Dev'essere una cosa stupenda. Comunque 'abbè ci vuole tempo.
Emre: Non è detto. Comunque si ja, in silenzio, anche tra di noi. Muore, ti chiamo "Oh andiamo?", "Andiamo", "Ok". Nel treno zitti, ascoltiamo la musica, non parliamo nemmeno dell'Inter, di niente. Musica. Andiamo là, facciamo, altro treno, sempre musica, arrivo a casa, ti chiamo: "Oh", "Ahahahah".
Polkan: Ua che cosa fantastica. Perchè poi capì quanta gente sarà là: tutti fedeli di Berlusconi, poi chissà quanti altri che festeggiano, però che festeggiano con i fuochi d'artificio, i cori... noi in silenzio. I carabinieri impazziscono, ma ormai che ci devono fa, impazziscono per abitudine. Però glielo diciamo semmai che è morto e possono fare quello che avrebbero sempre fatto. Poi la gente ride sicuro.
Emre: No, penso che s'ndigni perchè è tutta gente che lo ama. Però al massimo ci caccia fuori. Il gesto che ho provato io comunque è prendere tutto il wallarozzo con tutta la mano, stringere forte e scrollare violentemente.
Polkan: E' perfetto. Fatto con nonchalance. E' una delle cose più belle che si possano pensare.
Emre: Ua dopo quando vado a letto mi avvicino a papà e provo.

Polkan

sabato 5 marzo 2011

Comunicato apolitico n°1.

Sembra quasi parlare di zombie, parlare dei nostri parlamentari. Da un pò la sensazione di un'isola deserta nel mezzo del Pacifico in cui zoccole e truffatori e porci vanno a trascorrere coi loro pari la propria vita. Il Parlamento dico. Da un pò questa sensazione. Perchè poi la trascorre davvero tutta la propria vita, la maggior parte di loro, e comunque ne esce con una pensione assicurata per sempre. Non il minimo. Cazzo il minimo della pensione è quattrocentocinquantotto euro al mese e c'è gente che ha lavorato nella propria vita e si trova a riceverla. Questi, zombie reietti dal Terzo Stato, prendono il massimo della pensione. Che non so quant'è, ma è il massimo. Dopo due anni e mezzo di mandato, com'è come non è, arriva la pensione. Il massimo della pensione. A vita. Alla domanda "Ci vuole dire quanto guadagna?", del quotidiano Il Riformista, nel maggio 2010, Rocco Girlanda, deputato Pdl, risponde: "La risposta più ovvia a questa domanda è: 5mila euro al mese netti. Quello è lo stipendio. Poi ci sono altre voci, che riguardano il sostentamento e il rapporto tra eletti e elettori. Anche i dipendenti di un’azienda hanno le spese pagate se vanno in trasferta. Certo, il Parlamento rimborsa in modo forfettario, ma se uno fa quattro conti si accorge che i rimborsi coprono ciò che il deputato spende per la segreteria e per il soggiorno". Ora, chiunque sia un mio parlamentare, che riceva cinquemila euro al mese netti più rimborsi vari. Qualsiasi sia il suo nome. Di qualsiasi schieramento politico sia. Ma anche qualsiasi sia la sua forma fisica e razza intergalattica. Deve. E dico deve. Rispettare la mia e la sua costituzione. Detto questo: stare in Iraq non si può fare. La nostra costituzione ce lo vieta. Cito:

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente in condizione di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali  rivolte a tale scopo".

Dice ripudia. Questa è la spiegazione di tale Massimo Rendina: "Il termine "ripudio" e non "rinuncia" alla guerra implica la condanna di ogni propaganda bellicistica, di dottrine che esaltino o giustifichino la guerra, e la condanna della guerra, in particolare di aggressione, ovunque ciò avvenga". Dice come strumento di offesa alla libertà. Così spiega invece tale Antonio Cassese: "la proscrizione della guerra di conquista, non solo in relazione al nostro Paese, ma all'offesa dei diritti di tutti i popoli, ovvero a riconoscimento dell'intangibilità delle loro libertà e indipendenza." E continua Massimo Rendina: "Ciò non significa che si debba imporre (con la forza) i  principi liberal-democratici ad altre comunità statali, ma che si possa (e si debba) arrivare a tale risultato mediante, soprattutto, il 'solidarismo internazionale'". E insomma che l'Italia non può imporre la democrazia in uno Stato in cui questa non esiste. E questo perchè a) non è affatto detto che la democrazia sia la forma di Stato migliore; e b) ogni Stato è libero ed indipendente ed ha il diritto di fare il cazzo che gli pare. Ecco. Mi spiace sconsacrare un pò questo momento, ma credo renda bene l'idea. Ogni Stato è libero ed indipendente ed ha il diritto di fare il cazzo che gli pare. La nostra costituzione è contro la guerra. Ogni tipo di Guerra. E al massimo possiamo combattere (stronzi, senza nessun tipo di armi) perchè non ce ne siano, di guerre. E allora perchè andiamo in Iraq a fare la guerra? Eh? Ad importare la nostra democrazia? Perchè? Siamo sicuri che vivrebbero meglio? Fatemi capire: gli importiamo proprio la stessa stessa democrazia nostra? Uguale? Ah cazzo, saranno felici. Non avete pensato che è per questo che vi uccidono i marines? Forse la nostra democrazia fa cagare, dico. Non la vogliono. Se la volessero noi gliela potremmo spiegare e loro se la prenderebbero da soli. Quanti altri Stati esistono al mondo in cui non vige la democrazia? In cui vi è dittatura asfissiante? Andiamo a portare la democrazia negli Stati di tutto il mondo allora, no? Perchè non andiamo a importare democrazia in Africa? E in Cina? Cos'è, della Cina ci caghiamo addosso? Ci facciamo il G8 con la Cina. Perchè tanto chi se ne frega se il loro dittatore si fotte i culi di miliardi di cinesi - che, per inciso, scappano qui, quindi forse stanno veramente con le pezze al culo. Illustratemi: qual'è la differenza tra l'Iraq, l'Afghanistan, e tutti i Paesi del mondo che non hanno la democrazia e combattono per avere il diritto di avere un sacrosanto diritto? Forse. Dico forse, non iniziate. Forse è perchè in quegli Stati non c'è il petrolio? Non è che invece di andar lì a esportare democrazia. Che nell'idiozia dell'atto sarebbe un fatto di cui essere orgogliosi, se non altro. Non è che andiamo ad importare benza? Va bene eh. Chiedo. Ma allora il problema è doppio: perchè importiamo benzina dall'Iraq e me la fate pagare 1.60€ al litro? Avete idea di quanto sia 1.60€ per ogni litro di benzina? Va bene. Non ditemi più che andate a fare una missione di pace. Ditemi Andiamo lì a rifornirci di benza e quando tornate fatemela pagare 50 cents al litro. Poi perdonatemi. Cosa significa "Missione di Pace" se andate lì già con i fucili e le granate? Aspettate no? Andate con il rosario e la Bibbia e quando vi prendono a pallottole sui fianchi scappate e dalla volta dopo gli comunicherete via web cam. Non funziona che tu vai a fare una missione di pace, un tizio ti spara perchè non desidera che tu gli imponga la tua missione di pace e allora tu lo uccidi e uccidi tutti gli altri che sembra vogliano fare come lui. Essere attaccati e rispondere uccidendo, è guerra. Esattamente guerra. Non pace.

Non è politica. Semplice lavoro dell'intelletto umano.
Polkan

giovedì 3 marzo 2011

Pubblicità manifesta di un prof bastardo al bar della scuola.

Ok ragazzi. Perchè a noi tutti piacciono i soldi? Così. Domanda secca. Penso che a tutti noi piacciano. Nessuno escluso. No? C'è qualcuno qui a cui non piacciono? State tranquilli. Succede. Se c'è qualcuno a cui non piacciono i soldi alzasse la mano. A te? Perchè? Sentiamo. Ok. Ragazzi, dai. Ognuno ha il diritto di pensare come vuole. Allora. Perchè a noi tutti altri piacciono i soldi? Perchè profumano. Ok. Poi? Hanno un bel colore. Si può essere. Quale colore ti piace di più? Ovviamente. Perchè quella da cinquecento? E non da cinquanta o dieci. O cento. Quella da cinque è un pò bruttina si. Avanti. Nessuno sa dirmi perchè a lui piace proprio il colore della banconota da cinquecento euro? Piace solo a lui? Ok anche a voi. Perchè? Esatto. Esatto. Mica c'è da ridere. Perchè ti senti potente? Che significa potente? Si vabbè. Quello con una pistola. E con cinquecento euro che potenza hai? Esattamente. Non lo sai. E con quella da cento? Uhm. Tu baratteresti la tua potenza di cento euro con un jeans. Io? No io non lo so. No. No. E' importante. Tu Grimani che ci faresti, con cento euro? Immagino. Tu? Cento pizzette da un euro? Bene. Bene. Insomma tutti voi avete un'idea bene o male di cosa potreste fare con cento euro. Ma non con cinquecento. Perchè? Sono migliaia. Miliardi. Le cose che potete fare con cinquecento euro. Anche se finiscono subito. Come i cinque e i dieci. E i cento. Ma chi di voi li conserverebbe? E per farci che? Figurati tu puoi fare ciò che vuoi. Nessuno ti dice che è sbagliato. E' rispetto. Ma se nessuno ti dice che è giusto forse non lo è. Non lo so. Ho detto forse. Stupiscimi. Con cosa compri i vestiti che hai addosso? Ovvio. I libri? Bene. Una macchina? Il cellulare? Cos'è che vi permette di andare a cena nel ristorante più bello d'Italia? E nel più brutto? Lasciate stare. Anche nel più brutto. E torniamo alla nostra domanda. Perchè a noi tutti piacciono i soldi? Perchè ci fanno fare un sacco di cose. Ok. Se i soldi non ci potessero far fare tutte queste cose ci piacerebbero? Non avremmo motivo di desiderarli. A che servirebbe una banconota da dieci euro se per mangiare da Mc Donald's si pagasse con. Che ne so. L'affetto? A niente. A noi i soldi piacciono perchè ci danno potenza. Non nel senso che ci rendono potenti rispetto agli altri. Anche. Ma può anche non succedere. E può anche non fregarcene. Anzi sarebbe meglio se non ce ne fregasse. Invece ci danno potenza assoluta. Possibilità di fare. Potere. D'azione. Se entri alla Feltrinelli e chiedi un libro cosa ti chiedono? Esatto quindici euro. In genere. Se ti va bene. E se non li hai il libro lo prendi? E se li hai e le copie sono finite? Lo prendi? E tu lo volevi quel libro? E come ti senti se vuoi un libro e non puoi averlo? E se pensi che non puoi averlo perchè non hai abbastanza soldi? Insoddisfatto. Sempre. Perchè? La soddisfazione è quel libro? No. E' avere quel libro? Magari. Lo compreremmo tutti. Avere un libro? Nemmeno. E allora cos'è la soddisfazione? Avere soldi? No. Abbiamo detto che sei insoddisfatto anche se hai i soldi necessari ma non trovi più il libro. La soddisfazione è appagare i propri desideri. Vero? Chi di voi non è d'accordo con quello che ho detto? Qualsiasi desiderio ho. Se posso appagarlo sono soddisfatto. Se non posso no? E' così? E quand'è che la nostra soddisfazione diventa felicità? Diventa mai felicità? E quando? Esatto. Quando tutti i nostri desideri, dal primo all'ultimo, sono stati appagati. Solo in quel caso siamo felici? Non lo sappiamo. Per me si. Ma cos'è che ci permette di soddisfare la maggior parte dei nostri desideri. E quindi di essere più felici? Già. Indovinato. In un'espressione. A cosa servono i soldi che abbiamo? Si a soddisfarci. Cioè? Più nel concreto? Ad essere spesi. Bravo. I nostri soldi servono ad essere spesi. Ha senso conservarli? Si ha senso. Per esempio se vogliamo lasciarli ai nostri figli. Che se li spendano loro. Si arriva a pensare anche questo. E ha senso conservarli per non rimanerne senza? No. Si? Ha senso? Tu. Cricchi. Perchè hai detto si? E se invece li hai ma non ti servono a niente è meglio? Che serenità hai con mille euro in tasca? Ragazzi. I soldi esistono perchè ci permettono di ricevere dei servizi. Se non desideriamo ricevere alcun servizio, non abbiamo bisogno di soldi. Se. Non desideriamo. Ricevere. Alcun servizio. Non abbiamo. Bisogno. Di soldi. Se desideriamo ricevere dei servizi, invece i soldi ci servono. Necessariamente. Se vogliamo comprare un libro. Abbiamo detto. Ci servono. Se vogliamo comprare una macchina? Ci servono. Una casa? Ci servono. Un viaggio ci servono. E così via. Cos'abbiamo a fare dei soldi se non vogliamo spenderli? Se abbiamo paura che finiscano? Finiscono. Finiranno. Avete paura che vi finiscano? Vi finiranno. Sicuro. E quello dovrebbe. Dovrà. Essere il momento di maggiore felicità per voi. Quando li avrete spesi tutti. A meno che non li abbiate buttati. Giocando a poker. Aprendovi debiti. Rompendo cose. O case. Posso darvi una piccola dritta. Se saprete che guadagnare denaro serve. Spendendolo. A guadagnare soddisfazione. Sarete soddisfatti. Se crederete che guadagnare soddisfazione derivi dal guadagnare denaro. Tanto denaro. Saranno soddisfatti sempre e solo i vostri parenti. Che comunque è una buona cosa. Per loro. Andate a fare intervallo ora e spendete con serenità i vostri soldi. Vedrete che dopo sorriderete.

Polkan