domenica 25 aprile 2010

L'importanza di essere Burger Più.

L'evento della Red Bull è stato carino, in realtà. Tutta la giornata è stata carina, infatti vi si può ancora sommare la vittoria dell'Inter, la sconfitta del Milan, i soldi guadagnati e il pranzo da Burger Più, il nuovo "Mc Donald's" che ha aperto recentemente alla stazione di Mergellina, al posto del più noto Burger King, il quale Burger Più ha fatto l'ingenuo errore di regalarmi un buono l'ultima volta che ci sono stato, con il quale avrei potuto prendere gratis un panino e una bibita, comprando solamente un menù grande. Che non sarebbe stato neanche un grande errore, visto che poi subito, appena ho avuto otto euro ed il motivo per mangiare fuori casa, sono tornato da Burger Più a riscuotere il mio doppio hamburger con Pepsi, gratis. L'errore, a dir poco ingenuo, direi più che altro autolesionista, è stato piuttosto non ridarmi il buono, dal momento che col cazzo che torno da Burger Più a mangiare visto che costa l'ira di Dio. Cosa che, al contrario, avrei sicuramente fatto oggi se avessi avuto un buono, e così via all'infinito, diventando probabilmente il miglior cliente Burger Più 2010, con tanto di premiazione con triplo hamburger gratis e bottiglia da 1,5l di Pepsi più patatine e chele di granchio (un'ottima novità di Burger Più sono le chele di granchio, devo pensare di tornarci per assaggiarle).
Ora, la cosa più bella che puoi trovare al Burger Più di Napoli, indubbiamente, sono i clienti. Ad esempio un ragazzo cercava di convincere un altro ragazzo che Istanbul fosse in Canada, mentre un altro affermava con convinzione che, lui si che ne capiva, fosse in Ungheria e fosse invece Budapest, senza dubbio, a trovarsi in Canada. Tutto ciò, condito di hamburger di squisita carne tritata, pomodori freschi (?), insalata croccante, maionese e uno squisito pane morbido (per ulteriori chiarimenti su cosa significhi tutto ciò, vi rimando a questo post), suonava decisamente meglio della solita pasta e lenticchie con sottofondo di Cento Vetrine, che sono ahimè solito mangiare negli attimi subito successivi alla scuola. Mia mamma è una grande cuoca, intendiamoci, ma non è Burger Più.
Il fulcro è stato l'evento Red Bull, indubbiamente. Senza di esso non avrei mai mangiato da Burger Più, nè tutte le altre cose che sono successe durante e dopo. Ma quello che proprio non sono riuscito a digerire del F1 show run della Red Bull non è stato quello che è successo come evento vero e proprio (e cioè due ore di attesa, dieci secondi complessivi di monoposto di formula 1 visibile ad un occhio umano medio, due ore di attesa per uscirne vivo), ma il condimento. Il condimento è ciò che fotte sempre ogni piatto. La miglior carbonara la si lascia nel piatto, se è insipida. E l'evento della Red Bull non era neppure inspido, era pieno, impregnato di gente che non aveva mai, e dico mai, ma quando dico mai dico mai, assolutamente mai, mai nella vita, mai manco per sbaglio, mai, mai, mai, visto una gara di formula 1. Gente che sentendo il rombo del motore V8 di una monoposto diceva "Ah si, questa è la Nascar", che è un pò come confondere il rumore di una tigre con quello di un girino. Un tizio, visibilmente eccitato da un suono così assordante e potente, ha chiesto all'amico accanto quanto consumasse un auto del genere e quello: "Queste fanno ottanta metri al litro", che se fosse così praticamente ogni formula 1, in media, dovrebbe fare un pit stop con pieno ogni due-tre giri. Napoli-Roma in due ore e seicento soste. Non basterebbero autogrill.
Un altro che è capitato proprio accanto a me (tecnicamente sono andato io accanto a lui, ma perchè era il primo spazio disponibile, quindi è pur sempre un caso) si era portato la ragazza. Tralascio per motivi di tempo e di decenza il loro aspetto fisico. Di tutto l'evento, la donzella ha capito più o meno due cose: 1) che lo speaker era un cretino (cosa che ho capito anch'io e che francamente condivido); e 2) che la manifestazione si sarebbe svolta in tono minore in memoria delle vittime di un palazzo crollato a via Gianturco, qui a Napoli, proprio Sabato. Difatti, un poliziotto un pò goffo e impacciato, nei lunghissimi minuti d'attesa, stava per cadere assieme alla sua moto, davanti a migliaia di persone ai bordi della strada che praticamente guardavano tutte lui: risate generali e qualche (classico) insulto alla categoria; la ragazza subito: "ma non si doveva svolgere in tono minore?". "Eh si, e allò nun rerimm chiù" volevo rispondere io.
Poi si è svolto l'evento. Tutti si sono dimenticati, giustamente, dei morti di via Gianturco. La gente impazzita si è accalcata alle transenne per cogliere qualche millisecondo della monoposto che sfrecciava a duecento all'ora. Ero in prima fila. Spingevano tanto che praticamente io e centinaia di tizi dalla sorte comune alla mia eravamo ormai un tutt'uno con la transenna e loro erano diventati in prima fila, dove prima eravamo noi. Allora ho pensato: 'sti cazzi dell'evento, non voglio vedè la macchina che passa, voglio aver buttato tre ore della mia vita, ma voi in prima fila non ci dovete stare. Così mi sono alzato, mi sono ripreso la mia prima fila, mi sono messo in posizione tipo cacca all'in piedi, ho lottato contro almeno cinque-sei porky pig "insevati" di sudore che spingevano e si inoltravano in ogni centimetro disponibile con le loro fottutissime macchine fotografiche digitali, ma alla fine ho vinto. Neppure una foto. Un video. Niente. Ho vinto. Ho dato un senso al mio essere in prima fila: far stare qualcun'altro in seconda fila.
Il migliore, però, è stato quel tizio che per non far toccare il sedere della propria amata ad un qualsivoglia sconosciuto, ci ha tenuto su la mano per tutto il tempo. Due ore. Un genio.

Polkan

Non comprate Red Bull.

La folla non è un fluido. Sebbene capisco, magari si può pensare che lo sia, perchè in effetti, a parte i capelli biondi, le tette, l'altezza e qualche altra caratteristica peculiare dei loro involucri protettivi dell'essenza umana che gli è propria, non c'è poi granchè differenza sostanziale tra quel signore e quella donna liggiù, oppure tra loro due e quel ragazzo, quel bambino, quel vecchio. Sono tutti pressochè omogenei. Proprio come i fluidi. Quindi è normale che magari la folla possa sembrare un fluido. Però non lo è. Non. Lo. E'. Non è poi così male pensare che siamo diversi. Certo, questo comporta alcune limitazioni, tipo un corpo immerso in una folla non riceve una spinta dal basso verso l'alto pari al peso della folla spostata. Te la devi fare tutta la fila. E poi non puoi immergertici e, questo, perchè tecnicamente tu sei parte di essa, sei nella folla, sei la folla, tu sei una briciola rispetto alla folla, ma sei la folla intera, ne sei parte integrante, inscindibile da essa finchè non giungerai a quella cazzo di strettoia che si interpone tra te e la libertà e che rappresenta una sorta di oasi metafisica della liberazione in cui però, invece di trovare l'acqua, l'ombra e la liberazione come in una qualsiasi oasi che hai sempre immaginato, trovi due ragazzi che vendono la cola red bull nel bel mezzo del marciapiede e che trasformano dieci metri di puro spazio vitale in trenta centimetri in cui ci devi passare tu, un altro, un altro, un altro, un altro e un paio che vanno in senso opposto al tuo, giusto per gradire. E lo devi fare, perchè diventa una questione di orgoglio. Quello che stai facendo non è più un semplice tentativo di evadere, raggiungere l'agognata meta post-oasi della red bull e poter finalmente correre libero sui viali di via Caracciolo fino a casa. E' una guerra. E tu sei solo contro tutti, contro chiunque. Se sei in una folla non puoi fidarti di nessuno perchè tutti vogliono fotterti quel dannato centimetro, ti studiano, cercano di capire cosa pensi, di leggere nel tuo volto che tipo sei, cosa stai pensando, dove avanzerai il prossimo passo, e poi zac, ecco che ti rubano quel 45 nike di spazio che li avvicina alla libertà e lascia te indietro. Perchè l'uomo è sempre alla ricerca della libertà, sempre in cerca del modo migliore per affermare di poter fare quello che gli pare, nei limiti di quello che gli Altri decidono che può fare. Il che già non lo rende esattamente un genio per antonomasia, ma nella folla tutto ciò peggiora. Ci vorrebbe un folletto ad hoc, di quelli con il cappello a punta, le orecchie oblunghe, i capelli di paglia e i piedi triangolari, con quell'aspetto roseo e rassicurante che solo un folletto sa avere, che, non appena vede formarsi una folla da qualche parte, soggiunga con il suo motorino a propulsore al cioccolato, del tipo 1.9 jtd Nesquik, e si metta con calma, prenda ad uno ad uno tutti i tizi che si accalcano verso l'uscita e gli spieghi, cito testuali parole che invierò in fretta al circolo dei folletti di cui fa parte mio zio (ma domattina, perchè ora ho fame), "Vedi figliolo, la folla non è un fluido, sarebbe anche carino se lo fosse, però non lo è, non è che quando arriva la strettoia la folla schizza alla supervelocità della luce e la sorpassa, sarebbe carino anche questo, ma purtroppo quello che la fotte è la comprimibilità delle persone, oltre una certa pressione scoppiano, pum!, anche tu, anche tu sei a rischio, davvero vuoi provare?", ma poi diventerebbe troppo lungo. Oggi a via Caracciolo c'erano almeno, almeno, mille persone, e solo per spiegarlo alle prime dieci il folletto ci avrebbe messo venti minuti, anche con le migliori doti follette di cui può disporre (non dimenticarsi che deve spiegare un concetto ad un essere umano). Allora avrebbe potuto semplicemente dirgli "Guardate che se vi mettete in fila per uno ci mettete trenta secondi ad uscire tutti, uscite correndo, potete fare le capriole mentre passate davanti al coso red bull senza comprarvi una cazzo di cola, chi aspettate?".
E io non avrei dovuto stare in mezzo alla gente per tutto quel tempo. Non per altro, puzzano.

Nota: mi rendo conto che, nonostante la mia volontà esattamente contraria, con questo post ho fatto pubblicità alla Red Bull.
Polkan

sabato 24 aprile 2010

Work in progress.

Ok primo round con i miei nemici. Eravamo in due, abbiamo aperto 5 minuti la finestra per fumare e ci hanno attaccato. Erano in 9, spuntavano una alla volta. Ne abbiamo uccise 8, è rimasta solo la più piccola che ci è scappata, era chiaramente il capo. In ogni raid che si rispetti c'è un capo, e di solito è sempre il più piccolo (almeno nei film). Le caratteristiche di quest'anno sono:
- Sono grosse;
- Sono tante;
- Attaccano singolarmente;
- Non attaccano mai in maniera eguale;
- Sono lente (fattore FONDAMENTALE)*;
- Non muoiono quasi mai al primo colpo, anche se le schiacci;
- Pungono anche attraverso il giubbotto anti proiettile.
Aggiornamenti su comportamenti e psiche a breve.

*Caratteristica nuova.

Kura

venerdì 23 aprile 2010

La convinzione diffusa che le donne possano vivere solo sfruttando il proprio corpo.

1° Corollario alla convinzione diffusa: Se sei un cesso, non puoi vivere.
2° Corollario alla convinzione diffusa: Se sei un cesso, non esisti.
Corollario al corollario: Se sei un cesso, non puoi lamentarti se non ti caga nessuno.

E' tutto un gioco di ruoli. Il maschio lavora, la donna si lamenta. Non è maschilismo, no, per carità. Lungi da me esaltare un intero sesso non-dotato di ciò che serve per soddisfare i miei bisogni (e cioè, sostanzialmente, una vagina) e screditarne interamente un altro che, tutt'al contrario, sarebbe intelligente che io m'ingraziassi per ottenere, così, tra un post e l'altro, ciò che teoricamente esso (il sesso femminile) desidera che io desideri e che, senza bisogno di scrivere alcun post, riesce a farmi desiderare senza molti patemi (e cioè la vagina).
La realtà dei fatti è che la donna si lamenta per vivere e, se consideriamo un istante la definizione generica di lavoro, e cioè un attività produttiva che ha come scopo la soddisfazione dei propri bisogni individuali (e cioè un'azione necessaria per raggiungere il fine di vivere), possiamo tranquillamente dire che per la donna lamentarsi è un lavoro. Il che spiega anche perchè nessuna donna accetti di essere definita un essere lamentante, che poi non è altro che un riconoscimento intellettivo e valido del loro fare del lamento un lavoro. E' un pò come se chiamassi un medico essere medicante o un fabbro essere fabbricante o un pompiere.. solo che per loro non c'è differenza di lavoro, sono tutte così. "Non è vero, stai generalizzando". No, mia cara. La differenza sta nel grado di lamentele. Schopenauer direbbe che in alcune la loro consapevolezza del proprio essere un lamento è al grado massimo e in altre al grado minimo e in altre, che forse sono le peggiori di tutte, ad un livello intermedio, quello in cui non ti rompono il cazzo mai, non dicono una parola, fanno, fanno, fanno, fanno, poi, quando è il momento in cui tu vuoi solo stare tranquillo, che in tv c'è Inter - Barcelona e vuoi solo stenderti sul divano, grattarti le palle, bere una birra e soffrire per 90' intensamente come mai avevi sofferto prima, arriva e..? E cosa fa? Vuole pulire la casa. Oppure vuole parlare. Che è di gran lunga peggio di pulire la casa, se c'è Inter - Barcelona.
Allora il mio non vuole essere maschilismo, davvero. Odio i maschi, massa informe di incapaci a sfruttare le proprie doti fisiche e pratiche donategli da Natura e propensa all'uso smodato e a-criterio di un arnese dalle sopravvalutate doti sociali e spirituali (guardate che il cazzo non è nè un maestro nè un elisir di lunga vita) e repellente la capacità intellettiva (ma ricordate la storia dei gradi). Analizzando un pò la situazione, questi, se non sono prove schiaccianti, sono quanto meno buoni indizi:
- Il numero di donne nel mio vagone ieri in metropolitana, alle 9.30 del mattino (23 su 31).
- Il numero di donne che possiede una macchina.
- Il numero di donne che, possedendo una macchina, sa guidare.
- Il numero di donne che possiede un lavoro.
- Il numero di donne scelte alle olimpiadi di X materia, selezioni nazionali (1 donna contro 4 uomini).
- Il numero di donne.
Sono di più perchè non bastano. Se due uomini hanno una difficoltà, cercando di mettere in pratica le proprie capacità pratiche, la superano. Il primo gesto che vedo fare a mia madre quando si trova dinanzi ad un problema è prendere un telefono. Da una sola donna, così, diventano due. Ne chiameranno un'altra che, se proprio è una questione sempliciotta, ne parlerà con un'altra. Sono già quattro e il problema, semmai, è che una conoscente di mia madre si era lamentata di lei con un'altra (donna). Roba che un maschio si suiciderebbe alla prima ora se vivesse una vita da donna. E non posseggono un lavoro (sempre tener presente la storia dei gradi). Questa conversazione tra mia madre e le sue tre (?) amiche ne è la prova.
Non sanno cosa fare dalla mattina alla sera. Arrivano a sera dopo non aver saputo che fare per 12h e aver pulito e ripulito la casa in attesa del famigerato ed ormai incubo di ogni famgilia Qualcuno che prima o poi arriverà e mi immagino la sua faccia quando si accorgerà di essere stato atteso per decenni dalle famiglie di mezza Italia e, soprattutto, la faccia di mia madre quando si accorgerà che con tutti gli anni che sono passati è diventato un cesso e sbava dalla bocca pisciandosi nei calzoni. E allora affollano la metro. Eravamo io, due ragazzi che andavano all'università, un carabiniere, due uomini in giacca e cravatta che presumo andassero a lavorare e due non meglio identificabili uomini generici, assieme ad altri ventitre esseri umani senza pene. Chiacchieravano. Ridevano. Parlavano. Una signora, che non era manco tanto male, una di quelle che la guardi e sai già tutto della sua vita (piena di soldi, troia, falsa-moralista e con due figli), sale e si siede accanto a due sue amiche, dopodichè ho dovuto risparmiare al mio cervello la conversazione cercando di osservare di che colore diventasse il vetro all'entrata e all'uscita dei tunnel, dopo aver sentito un accenno di "Io me l'ero limata, ma poi c'era ancora una curva sull'unghia", di quegli accenni che ti fanno girare lo stomaco, spegnere le orecchie, bruciare i timpani e preferisci non sentirci più, mai più, e dargliela vinta, campassero come preferiscono, basta che non sento più.
Significa che una donna, nella sua vita, nasce e viene educata con l'idea di poter far tutto perchè alla fine potrà sempre ottenere ciò che le pare e questo perchè sa, metaforicamente e non, che le basta aprire le gambe per avere tutti ai suoi piedi (terminando la metafora). Ma se sei un cesso no. Se sei un cesso valgono i corollari alla convinzione diffusa. E sei con le pacche nell'acqua, metaforicamente. Ma, al di là della metafora, non lamentarti se non ti caga nessuno, vivi come un uomo, se hai il coraggio.

Nota: Successivamente alla scelta dei cinque vincitori nazionali, alle olimpiadi, gli organizzatori del concorso hanno indetto rapidamente una curiosa prova per constatare chi dei cinque avesse più peli. Ha vinto la donna.

P.s. A breve post contro gli uomini, abbiate fede.

Polkan

lunedì 19 aprile 2010

Io ho ragione perchè quando ho ragione ho ragione e quando ho torto potevo avere ragione, quindi ho comunque ragione perchè potevo avere torto.

Questo blog è nostro, di Polkan e Kura (o Kura e Polkan, se ordiniamo in senso crescente), e l'ultimo post che abbiamo scritto insieme è di mille mesi fa, un'eternità. Vi siamo mancati? Vi sono mancati gli autori di questo blog? Intanto, per non farvi rimanere a secco, ci sono stati dei post, tanti, non c'erano male, no, gli autori a cui abbiamo concesso il lusso della pubblicazione erano abbastanza bravi, vero, però non erano Polkan&Kura (questa volta in senso univoco, seppur decrescente). Ora, ogni post che facciamo nasce sempre da una discussione reale, lunga, molto lunga (c'è chi nello stesso tempo ci vince Wimbledon o si fa la tratta Roma - Milano, per dire) che avviene tra noi due e questa non è che una teoria delle tante, cioè, una cazzata così, che praticamente in più alle cazzate comuni ha la qualità di apparire un discorso logico e intelligente, ma in realtà noi le cose intelligenti le teniamo per noi, così poi un giorno le pubblicheremo (non sul blog, quello dopo, pensiamo più su qualche rivista scientifica o riguardante la psicologia, cose del genere) e faremo finalmente I Soldi e apriremo un bar ai Caraibi e da lì scriveremo di ogni nostra scopata Sud Americana qui su Moviola in campo e, indubbiamente, ci ricorderemo di voi. Ecco, questa, quindi, è una teoria delle tante. Ci sembra però un pò più importante delle altre.
E' successo, qualche volta, che qualcuno abbia pensato che ci fosse un che di sbagliato in questo blog e ce lo ha fatto notare, sostenendo che poi noi avessimo torto nel affermare, al contrario, che fosse tutto perfetto. E questo è normalissimo. Voglio dire, chiunque inizi una discussione lo fa pensando che chi la pensa diversamente abbia torto. E non potrebbe essere altrimenti dal momento che pensare, in particolare avere un'opinione, significa ritenere con assoluta certezza di pensare la cosa giusta (a meno di essere un idiota auto-riconosciutosi, ma questo aprirebbe un altra questione e cioè quella che un idiota mai e poi mai saprebbe riconoscere di essere un idiota, a meno che sia intelligente, il che creerebbe quanto meno una piccola difficoltà nel capire cosa effettivamente sia, sebbene di certo non uno che sta bene bene).
La legge-fasulla che ne deriva sarebbe "Chiunque pensi ha sempre ragione" che, riportata a forma normale, vale a dire "Ogni uomo ha sempre ragione". E' fasulla, dicevamo: se avere un'opinione equivale a credere di avere un'opinione corretta, chi non è della stessa opinione ha per forza un'opinione sbagliata. Quindi il fatto che esistano due opinioni diverse, nel mondo, significa che esiste almeno una persona tra tutte che si sbaglia. Wow. Ma non vale affatto la pena di discutere su chi abbia o meno ragione, perchè a) discutere significa insistere ad affermare una convinzione e, di conseguenza, non serve a nulla, poichè quella convinzione (potremmo dire "per ipotesi") è giusta (serve, se non altro, a dimostrare la propria intelligenza, così da convincere l'altro che la suddetta convinzione sia giusta, poichè viene da una mente intelligente) e b) chi discute non vuole sentir ragioni. Ovviamente. Chi, per errore o ingenuità, accettasse le ragioni dell'altro riconoscerebbe di aver sbagliato e, per arrivare a questo, non servirebbe sicuramente discutere.
Il trucco, state a sentire noi, è dire ogni cosa nel modo più nascosto possibile, cosicchè l'altro dovrà confessare di non aver capito cosa volevate dire, ma confessare di non capire significa confessare che la propria intelligenza non ci arriva, che, per un gioco di equazioni e analogie, significa confessare di star errando, seppure non ce ne sia bisogno, perchè già per il solo fatto di avere un'opinione diversa è già certo che si stia sbagliando. Semmai qualcuno può cercare di fotterti dicendo "no, secondo me non è così, non la penso come te" e così è convinto di avere ragione. Ma ci dev'essere forse qualcosa che mi sfugge. "Non la pensi come me? Hai torto". Beh, detto così può sembrare un pò eccessivo, ma è così, davvero, tutto fila. Prendi un'opinione, è giusta, ne prendi un'altra ed è sbagliata. E' a chi arriva prima. Un giorno ti svegli e hai un'idea geniale, può cambiare la vita a te e a tutta la comunità. Vai dal tuo capo e:

Tu: "Capo, ho avuto un'idea!"
Capo: "Si, anch'io, aspetta che te la dico.."
Tu: "No! Ti prego!"
Capo: "Voglio costruire.."
Tu: (iniziando a sudare) "Si?"
Capo: "Costruire una centrale.."
Tu: (quasi in apnea) "Una centrale?"
Capo: "Una centrale.."
Tu: "Ma dai, posso dirla prima io? E' simile."
Capo: "Voglio costruire una centrale.."
Tu: (fra te e te) "Non dire nucleare, non dire nucleare, non dire nuclea.."
Capo: "Voglio costruire una centrale nu-cle-a-re!"
Tu: [morto]

A rigor di logica, dunque, è inutile star lì tempo a discutere (benchè estremamente piacevole). I passi da fare sono brevi e li riassumiamo: a) arrivare per primi; b) dire la propria opinione; c) ascoltare rapidamente le lamentele di tutti i vari "secondi"; d) sorridere; e) chiedere: "ma perchè, forse non la pensate come me?". Se risponderanno di si, avrete ragione. Se risponderanno di no, avranno torto. Non è che poi conti granchè impegnarsi ad esprimere la propria idea (men che meno cercare di capire cosa pensano gli altri). Ciò che conta è dire all'altro che ha torto. Eventualmente si può coronare il tutto facendoglielo pesare e facendo la parte da assoluti imbecilli (aver torto rispetto ad un cretino è frustrante, frustrare un intelligente è perversamente piacevole).
Qualcuno di voi potrebbe pensare che tutto questo non è vero, che discutere non significa voler avere ragione. Ma, mio caro lettore, per il semplice fatto di aver pensato che siamo in torto, riconosci, senza volere, di aver tu torto.

Nota: le mani che hanno digitato queste frasi sono esclusivamente quelle di Polkan (e da dove altrimenti un simile linguaggio?). Kura, riguardo la stesura del post, si è occupato di mansioni intellettive.

Kura&Polkan

Dialogo con Papà.

Kura: Allora per quel fatto me la dai una mano?
Papà: Aspetta, parliamo dopo sta iniziando il tg.
Kura: Ma che servizio del cazzo, ma che mi interessa a me di sta gente che va a fare i tornei mondiali di astrofica, astrologia, quello che è.
Papà: Ma che cazzo ne so, volevo sentire il fatto degli aerei che domani devo andare a Venezia.
Kura: Eh ma qua abbiamo i bimbi che fanno notizia al tg.
Papà: Che palle..
Kura: Che palle..
Papà: ...
Kura: Papà.
Papà: Eh..
Kura: Hai notato?
Papà: Si.
Kura: Sono tutti maschi.
Papà: -risatina-
Kura: Ua è assurdo.
Papà: E che te lo dico a fare.
Kura(sogghignando): E poi dicono che non è vero.
Papà: Non ci sta niente da fare, sono esseri inferiori.
Kura: Poi se la pigliano con me.
Papà: E che dobbiamo fare..
Kura: Vabbe'..

Kura

Sapete che mi gioco le palle solo quando vinco.

Mi sono iscritto a voi sapete cosa (non lo posso nominare, tipo Harry Potter con Voldemort), ma mi possano cadere le palle (come forse ricordate dai primi post avevo giurato di lasciarle stare, quindi immaginate come sto) che l'ho fatto solo perchè mi serve per una cosa di lavoro. Ed è proprio questo lo schifo, che mi sono dovuto per forza, obbligatoriamente, senza alcuna vi di scampo, iscrivere. Cecchini che mi puntavano dai 5 palazzi che circondano il mio, talmente tanti mirini laser che si divertivano a comporre frasi di cattivo gusto, bombe piazzate nelle fondamenta pronte ad esplodere, elicotteri, tanta polizia e tanta gente sotto il palazzo aspettando il fatidico atto e l'unico mezzo di comunicazione era un walkie talkie, ma con un poliziotto nero. No aspè, questo è Die Hard. Come dicevo, lo schifo è che se non mi iscrivevo non avevo assolutamente nulla per contattarlo: niente contatto, niente lavoro. Onestamente, non pensavo fossimo giunti a questo.. E che ve lo dico a fare.

Kura

venerdì 16 aprile 2010

Abbiamo fatto l'affare del secolo.

[Tratto da un giornale che lessi di cui non ricordo il nome.]

La marijuana (spagnolo), o cannabis (latino) o hemp (inglese) è una pianta che si potrebbe definire miracolosa, ed ha una storia lunga almeno quanto quella dell'umanità. Unica pianta che si può coltivare a qualunque latitudine, dall'Equatore alla Scandinavia, ha molteplici proprietà curative, cresce veloce, costa pochissimo da mantenere, offre un olio di ottima qualità (molto digeribile), ed ha fornito, dalle più antiche civiltà fino agli inizi del secolo scorso, circa l'80 per cento di ogni tipo di carta, di fibra tessile, e di combustibile di cui l'umanità abbia mai fatto uso.

E poi, cosa è successo? E' successo che in quel periodo è avvenuto il clamoroso sorpasso dell’industria ai danni dell'agricultura, e di questo sorpasso la cannabis è stata chiaramente la vittima numero uno.

I nascenti gruppi industriali americani puntavano soprattutto allo sfruttamento del petrolio per l’energia (Standard Oil - Rockefeller), delle risorse boschive per la carta (editore Hearst), e delle fibre artificiali per l’abbigliamento (Dupont) – tutti settori nei quali avevano investito grandi quantità di denaro. Ma avevano di fronte, ciascuno sul proprio terreno, questo avversario potentissimo, e si unirono così per formare un'alleanza sufficientemente forte per batterlo.

L'unica soluzione per poter tagliare di netto le gambe ad un colosso di quelle dimensioni risultò la messa albando totale. L’illegalità. Partì quindi un'operazione mediatica di demonizzazione, rapida, estesa ed efficace ("droga del diavolo", "erba maledetta" ecc. ), grazie agli stessi giornali di Hearst (è il famoso personaggio di Citizen Kane/Quarto Potere, di O. Wells), il quale ne aveva uno praticamente in ogni grande città. Sensibile al denaro, e sempre alla ricerca di temi di facile presa popolare, Hollywood si accodò volentieri alla manovra, contribuendo in maniera determinante a porre il sigillo alla bara della cannabis.

La condanna morale viaggiava rapida e incontrastata da costa a costa (non c’era la controinformazione!), e di lì a far varare una legge che mettesse la cannabis fuori legge fu un gioco da ragazzi. Anche perchè pare che i tre quarti dei senatori che approvarono il famoso "Marijuana Tax Act" del 1937, tutt'ora in vigore, non sapevano che marijuana e cannabis fossero la stessa cosa: sarebbe stato il genio di Hearst ad introdurre il nomignolo, mescolando le carte per l'occasione.

Fatto sta che a partire da quel momento Dupont inondava il mercato con le sue fibre sintetiche (nylon, teflon, lycra, kevlar, sono tutti marchi originali Dupont), il mercato dell'automobile si indirizzava definitivamente all'uso del motore a benzina (il primo motore costruito da Diesel funzionava con carburante vegetale), e Hearst iniziava la devastazione sistematica delle foreste del Sudamerica, dal cui legno trasse in poco tempo la carta sufficiente per mettere in ginocchio quel poco che era rimasto della concorrenza.

Al coro di benefattori si univa in seguito il consorzio tabaccai, che generosamente si offriva di porre rimedio all'improvviso “vuoto di mercato” con un prodotto cento volte più dannoso della cannabis stessa.

E le "multinazionali" di oggi, che influenzano fortemente tutti i maggiori governi occidentali, non sono che le discendenti dirette di quella storica alleanza, nata negli anni '30, fra le grandi famiglie industriali. (Nel caso qualcuno si domandasse perchè mai la cannabis non viene legalizzata nemmeno per uso medico, nonostante gli innegabili riscontri positivi in quel senso, può chiaramente capirlo da solo, ora).

Come prodotto tessile, la cannabis è circa quattro volte più morbida del cotone, quattro volte più calda, ne ha tre volte la resistenza allo strappo, dura infinitamente di più, ha proprietà ignifughe, e non necessita di alcun pesticida per la coltivazione. Come carburante, a parità di rendimento, costa circa un quinto, e come supporto per la stampa circa un decimo.

Sono cose che si devono sapere, anche se legalizzarla ha i suoi effetti negativi che già descrissi in passato. Almeno sfruttiamola.

Kura

mercoledì 14 aprile 2010

The romantic age.

Come introduzione all'argomento non c'è niente di meglio di un pezzo di un bel post di una blogger che parla del romanticismo. Salto il pezzo in cui parla dell'uomo e passo direttamente a quello che mi interessa:
"La donna, al contrario dell'uomo, vuole lo strum and drang, vuole 'Cime tempestose', vuole sentirsi Emily Bronte e Liala insieme: questo perchè per una donna, una relazione soddisfacente è quella in cui, a una pur sostanziale stabilità, si alternano di tanto in tanto momenti di pathos. Quando questi vengono a mancare, la donna si trova davanti a due scelte: autoinfliggerseli, scatenando crisi di coppia prive di fondamento [ed è qui, soltanto grazie a questa santa donna, che ho capito da dove derivano alcune delle crisi femminili] per il solo gusto di avere le farfalle nello stomaco, oppure tentare di impartire lezioni di romanticismo for dummies al proprio uomo. I risultati, di solito, sono abberranti: il maschio medio, infatti, è refrattario a gesti eclatanti e, se costretto a compierli per quieto vivere, riesce più nel tentativo di suscitare tenerezza come un bambinone goffo che recita la poesia di Natale in piedi su una seggiola davanti a nonni e zii commossi, che in quello di farti sentire la reincarnazione di Madame Butterfly" .Tutto vero, e tutto scritto molto simpatico.
Ma la questione è che per loro l'essere romantico è metterle al centro dell'attenzione con gesti d'amore abbastanza ridicoli cosìcchè loro possano parlarne con le amiche. Già, parlarne con le amiche non per esaltare te, non per esaltare la tua persona no, ma per loro. E cadono in un'ipocrisia assurda. Esordiscono dicendo "il mio ragazzo invece è dolcissimo, ha fatto.." ma vogliono intendere "siiiiiiiiiiiii sono iooooo è per meeeeeee. Io. Io. Non voi, non per voi, io, per me. Per me. Per me. Ohohoh la mia figa è meglio". Perchè poi è sempre così, dicono una cosa per intenderne un'altra, ma non scadiamo nelle banalità che già sapete. Non dimenticherò mai quando al quinto anno di liceo una cretina brutta ,che nessuno calcolava nemmeno per chiederle una sigaretta, fu protagonista di un atto di amore folle (e per folle intendo ridicolo): il suo da poco ex-ragazzo le scrisse sul muro di scuola "Auguri mimy, ti amo" e le mandò dei fiori in classe. Apparte la banalità del gesto (sono sempre per le cose originali), ma per due giorni al bar della scuola non si è sentito dire altro che "ma per chi è la scritta? E' fortunata", "beata lei" e quando questa stava al bar assumeva una posizione stile David di Michelangelo e guardava tutte dall'alto in basso, e le altre la guardavano dal bassissimo all'altissimo, visibilmente sconfitte dalla potenza della fanciulla. E lei diceva "si, è per me" con un disinteresse quasi alla pari del mio quando ascolto Galliani intervistato (molto più interessante il mio cane quando abbaia. E' anche più bello il mio cane, intendo come uomo.). Lei è tornata insieme a lui, scontata come i prezzi quando stanno i saldi. Fatto ancora più assurdo e triste è che tantissime ragazze hanno litigato con il proprio ragazzo perchè non sono mai state soggette ad un così bel gesto d'amore, e veramente non scherzo. "Perchè lei si e io no?" "Che ha lei meglio di me?" Allora mi appello sia ai "maschi" che alle femmine: ai primi, la smettete di metterci in difficoltà? A voi care, la smettete di stare in competizione?
"ma tu non capisci" "maschilista" "non siamo tutte così". Parlo per quello che vedo. Un aiutino: se il vostro ragazzo non gioca o non guarda una partita di calcio per stare con voi allora è davvero innamorato, è fondamentale che lo sappiate, il gesto più grande che può fare un uomo (purtroppo è così) è appendere il calcio per voi. Se poi al vostro uomo non piace il calcio, assicuratevi prima che non sia gay. Come? Portatelo a fare shopping e se dopo due ore sorride ancora..

Kura

lunedì 12 aprile 2010

Non era la Navratilova.

Qualche giorno fa soffiava una brezza di primavera, gli uccelli garrivano al sole, gli scoiattoli zampettavano felici sugli alberi (per lo meno finché io non mi sono messo ad inseguirli per salutarli urlando “qui scoiattolo, qui”) e gli gnomi del bosco suonavano l’overture del Guglielmo Tell, mentre io ero senza giubbino accanto al municipio ad ascoltare un qualcosa di politico tipo comizio elettorale (ma forse eh) che sarebbe assomigliato ad un comizio elettorale (sempre se) se solo l’amplificatore avesse funzionato a dovere (ma, come dice il proverbio: al comune mezzo audio).
Oggi ci sono cinque gradi e piove come se non ci fosse un domani. No, vabbè, a volte sono troppo pessimista: piove come se ci fosse un domani, ma facesse schifo peggio di oggi.
Ho provato a telefonare alla divinità preposta al controllo del clima ma mi rispondeva sempre la segreteria telefonica, così ho cominciato a lasciare messaggi ogni cinque minuti. Ho smesso solo quando ha iniziato a piovere anche dentro l’ufficio.
Ad ogni modo, il mio allenatore diceva sempre di non fasciarsi la testa prima di essersela spalmata di olio (Qualcuno potrebbe chiedersi se fosse un allenatore di Pancrazio e invece no, era di Arcofelice. E comunque il mio allenatore era un imbecille).
La sera sono rimasto un pò in auto a calcolare i tempi di impatto delle gocce sul parabrezza che compongono la scritta “pollo” (in slovacco), poi sono tornato a casa, ho evitato Martina Navratilova che voleva impegnarmi in un round di lotta libera e mi sono messo a pc.

Kura

domenica 11 aprile 2010

C.C.A.U.P. Cazzo Kura, Cazzo.

Alcuni mi chiedono perché non scrivo con costanza. E' facile: tendenzialmente preferisco scrivere da solo, come già dissi in passato. E comunque, quando non lavoro ho di meglio da fare (e non intendo solo giocare compulsivamente a giochi online o guardare dei film).
Con alcuni membri del centro di controllo per le attività degli ufi sul pianeta abbiamo organizzato un simposio di scienza completo di laboratorio pratico, che consiste essenzialmente nel consumare delle quantità di birra stabilite da rigidi protocolli scientifici.
Questo risponde ad alcuni problemi teorici, come la necessità di disporre di alcune bottiglie vuote per studiare la risonanza di helmholtz (avete presente quando soffiate in una bottiglia per produrre un fischio?) a fini militari e contemporaneamente sondare le possibilità per la specie homo sapiens di gestire attività extra corporee utili in caso di combattimenti alieni (ossia: quando gli ufi ti invadono, tu stai da un’altra parte).
Nel caso voleste le specifiche per lo svolgimento dell’esperimento sappiate che il risultato si considera positivo se il soggetto assume un’aria stordita ('mbriac) ed intona "que syrah syrah, whatever will be will be", mentre se il soggetto assume una tonalità simile al bordeaux e poi si vomita sulle scarpe è meglio riprovare in un secondo momento.
Invece, quando il lavoro me lo permette, mi dedico ad attività più ludiche (non dimenticherò mai questo termine grazie ad un vecchio sito, Ludus, che mi ha permesso di finire non so quanti giochi su play station e computer), come disegnare crop circle nella neve finta di Guild Wars, allenarmi per il campionato mondiale di rolling e dirigere un coro di montagna formato esclusivamente da nani da giardino.
Poi torno a casa e mi metto sotto la doccia a meditare. A volte apro anche l’acqua.

Kura

venerdì 9 aprile 2010

Cioè, oddio..Succede.

Due post in due giorni mi fa ricordare tanto quando è nato il blog. E come nasce un blog? Dopo nove mesi. Le nostre menti l'hanno concepito a maggio, ma per pigrizia abbiamo detto "trattiamolo proprio come un figlio" e, dopo nove mesi -puff- è nato il blog, e come ogni figlio la prima cosa che abbiamo detto è stata "come lo chiamiamo?"

Kura: Come lo chiamiamo?
Polkan: Boh, pensiamo qualche nome, poi decidiamo.
Kura: Ok..
Polkan: ..
Kura: ..
Polkan: Troppo avanti?
Kura: No dai, solo una cosa può chiamarsi così, poi è scontato.
Polkan: Hai ragione, ma hai altre idee?
Kura: No.
Polkan: Allora non abbiamo scelta.
Kura: Si invece.
Polkan: Hai altre idee?
Kura: No.
Polkan: Allora lo chiamiamo così.
Kura: Si ma..
Polkan: Hai altre idee?
Kura: Fottiti.
Polkan: Hai altre idee?
Kura: Tua mamma.
Polkan: Come pensavo, non hai altre idee.
Kura: Ja ma sti cazzoni che non vogliono mettere la moviola in campo perchè..Ua si, lo chiamiamo proprio Moviola in Campo.
Polkan: Ua calza a pennello, un rallenty sui fatti che accadono nella vita quotidiana a cui nessuno fa caso.
Kura: Brà.
Polkan: E' fatta.
Kura: Eh però c'è un problema.
Polkan: Quale?
Kura: IL blog è maschio, LA moviola in campo è femmina, come ce ne usciamo?
Polkan: Vabbè, chi ci va a pensare.
Kura: Si infatti, però non fare il cazzone che poi scrivi un post dove citi sto fatto eh.
Polkan: No no, tranquillo.
Kura: Eh però obiettivamente è fastidioso, già il blog è concepito da due menti maschie, poi ha un nome femminile..Cioè non va proprio.
Polkan: Vabbè, come se fossero due gemelli..Funziona, un maschio e una femmina, uguali ma diversi, uniti ma distanti, uno bello e l'altro brutto, uno intelligente e l'altro scemo, vivi ma morti, sembr..
Kura: Ok basta, è una teoria del cazzo.
Polkan: Hai altre idee?
Kura: Fottiti.

Verremo rapiti dagli alieni per essere così differenti dalla massa. O forse non veniamo rapiti perchè non lo siamo, e qui potrei impazzire. Oppure gli alieni non esistono, oppure esistono ma non ci cagano perchè siamo troppo stupidi, oppure stanno ancora all'età della pietra, o magari ci guardano da lontano a mo di Grande Fratello Terrestre e si burlano di noi. Magari per loro è un programma col bollino rosso da non far guardare agli alieni cuccioli per non farli bloccare intellettivamente. Si, perchè semmai un giorno dovessi dominare il mondo mi assicurerei di avere i dvd di tutte le puntate di tutti i "GF" da far guardare al mio popolo per avere una crescita mentale pari a zero. Forse sono già stato rapito e non lo so, oppure stanno aspettando come i cazzi che noi (per loro, alieni) andiamo a rapirli nel loro paese perchè per caso gli è giunto un dvd e hanno visto che l'uomo è riuscito ad andare nello spazio e loro no. Me li immagino, tutti nascosti e barricati a guardare i video di Bin Laden "Lession n.1 How to run".
Ma magari gli alieni sono davvero molto avanti scentificamente e, di conseguenza, tecnologicamente. Magari hanno qualche materiale particolare nel loro pianeta che permette loro di fare cose che noi immaginiamo soltanto. E se fossero venuti qui sulla terra per socializzare? "i cerchi nel campo di grano". Sbaglio o c'è ancora molta ignoranza in giro? Chi ci dice che nei campi di grano non hanno incontrato l'ignorantissimo contadino e le cose sono andate in questo modo,

"terrestri, veniamo in pace"
"ma chi è sto nano verde, ma tornatene al paese tuo"
"ma, terrestri"
"ma quale ma, ma vattene a fanculo"

e sono tornati nel loro mondo a testa bassa, pensando che siamo dei ritardati, e quindi non hanno voluto avere più niente a che fare con noi? Che poi io farei così, nel senso che quando in giro incontro un coglione, lo etichetto come tale, e non ci ho a che fare. Sono l'unico? Non penso. Che poi da dove cazzo sono usciti gli alieni se stavo parlando del blog? Mi hanno controllato la mente e hanno voluto che scrivessi qualcosa su di loro, per mandare un messaggio. Vabbè sto sconnettendo. Stop.

Kura

giovedì 8 aprile 2010

Devo cambiare vita, ma tanto poi mi scordo.

Il problema è che mi dimentico. Tutto. Assisto ad un fatto assurdo in un posto qualunque e penso "Ua c'è proprio da scriverci un post", poi vado a casa e mi dimentico. Allora ho pensato di segnarmi sul cellulare le bozze dei post, o comunque le parole chiave per farmi ricordare di parlare di quel qualcosa che ha catturato la mia attenzione. Il ragionamento e la tecnica filano, finchè non ricordo (perchè, ovviamente, me ne dimentico sempre) che il mio telefono cellulare ha un difetto (inspiegabile) per il quale arriva ad un numero massimo -non stabilito- di sms inviati o ricevuti che non permette il normale funzionamento di invio e ricezione. Se non cancello gli sms inviati, il telefono smette di inviare sms, e non mi avvisa che smette. Idem se non cancello quelli ricevuti, smette di funzionare. Ricomincia solo quando elimino tutti gli sms, e, visto che mi scordo, cancello tutti gli sms del cellulare, comprese le bozze, quindi a fanculo i post. Avessi avuto una normale memoria o un normale telefono ora sareste tutti felici (tutti) perchè avreste mille post bellissimi (BELLISSIMI).
-Se vi piacciono i miei post e ne volete altri contattatemi per email che vi segnalo i dati della mia post pay, nel caso in cui avete soldi da "buttare" per comprarmi un telefono-
In effetti ho bisogno di quel telefono, può capitare che non scrivo più post perchè mi dimentico. Il giorno che Polkan smetterà di ricordarmi davvero non ne leggerete più.
Insomma, da dove nasce questo post? Ho aperto il blocco note per scriverne uno come si deve e per farmi perdonare della mia lunga assenza, ma -mannaggia tutti i santi- mi sono dimenticato che $@+! dovevo scrivere. La doccia l'ho fatta prima di mettermi a pc, farne un'altra sarebbe stupido e desterebbe qualche sospetto. (Due doccie nel giro di un ora farebbe pensare chiaramente alla masturbazione). Che poi è una cosa che mi condiziona la vita, basta pensare al fatto che mi sono ritrovato a studiare ingegneria perchè ho dimenticato di andare a fare il test di ingresso per psicologia. Infatti poi ho appeso l'università per andare a lavorare, sperando che a settembre mi ricordo di andare a fare i test (una email di rimembranza non farebbe male, mi appello anche a voi). Magari nel 2012 avviene davvero la fine del mondo perchè un'entità suprema ha deciso che in quell'anno devono esserci un numero X di psicologi, ed esplode tutto poichè il numero mondiale è X-1, dove quell'1 sono io e durante l'esplosione penseremo a quando dimenticai di fare i test.

Lettore: Faceva un po' cacare l'ultimo post.
Kura: Quale post?
Lettore: L'ultimo.
Kura: Ma l'ultimo di che?
Lettore: L'ultimo post.
Kura: Hai sbagliato persona.
Lettore: Quello che parla delle tue carenze intellettive.
Kura: Io non ho carenze intellettive, e poi chi è lo stronzo che si permette di parlare di me?
Lettore: Ma sei scemo?
Kura: Ahahah tu che chiami scemo a me? Ridicolo.
Lettore: Kura fottiti volevo solo dirti cos'è che non andava nel tuo post del tuo blog.
Kura: Quale blog?
Lettore: Moviola In Campo.
Kura: Però, bel nome.
Lettore: Allora è tutto vero.
Kura: Ciao, chi sei?

Kura

lunedì 5 aprile 2010

Gayologia.

Pubblico qui una (per me) esilarante conversazione realmente avvenuta su Skype con un ragazzo che partecipa al mio stesso campionato online di formula uno. Sono "censurate" tutte le emoticon e i dialoghi sono riaccorpati tutti in un rigo, ma rende comunque l'idea. Mi ha contattato proprio così, non stavamo parlando prima.

Lori: Wei ciao scusa ma son passato a seven adesso!
Polkan: Ah si?
Lori: Si si.
Polkan: Com'è?
Lori: Una bomba! Hai msn?
Polkan: Si certo.
Lori: Mi dai il tuo contatto? Ah, aspetta, non pensare che sono gay come ha detto uno, quindi non pensare male.
Polkan: Chi l'ha detto?
Lori: No ma uno che non credo che conosci è uno delle mie parti del nord.
Polkan: Capito. E quindi non sei gay?
Lori: A me piace la figa.
Polkan: Guarda che non è una cosa brutta essere gay, magari uno vorrebbe che gli piacesse la figa, invece gli piace il pene, però non è una cosa brutta, capita.
Lori: ooooooooooo
Polkan: Non ti giudicherei se fossi gay.
Lori: oooo bastaaaaaaaaaa non sono gay!
Polkan: Ok..
Lori: Mi piace la FIGA.
Polkan: Non sei gay.
Lori: Bravo.
Polkan: Comunque il mio contatto è matty25804@hotmail.it.
Lori: Se vuoi lo scrivo anche sulla bacheca. [lo ha fatto, ha scritto: "Io non sono gay!"]
Polkan: Beh, prova, magari uno che legge "guardate che non sono gay!" penserà davvero che non sei gay, però, posso darti un consiglio?
Lori: Su spara.
Polkan: In genere dare delle spiegazioni non richieste non è il miglior modo per farsi credere.. è come se rubassero un quadro al museo e tu andassi lì, di corsa, urlando "non sono stato io! non sono stato io!", capisci?
Lori: Si.
Polkan: Non sei gay, punto, va bene così. Ora mi aggiungi a msn?
Lori: Ah ah ah Cristo. Fatto.
Polkan: Perfetto.
Lori: Ma comunque si vede che vai a un liceo.
Polkan: Perchè?
Lori: Già dal fatto della spiegazione che ero o non ero gay..
Polkan: Hai una visione un pò esagerata del liceo.
Lori: Può darsi.
Polkan: E' normale, non è una cosa da gay, tranquillo.
Lori: Mi prendi per il culo?
Polkan: Si dai, sto scherzando. E' divertente che hai voluto precisare subito che non sei gay.
Lori: Ah ah ah ed è vero! A me piace quello che piace a te, la figa, credo...skeeeeeeeeeeeeee
Polkan: Speriamo. Laurent non è esattamente un nome da etero, in Italia, lo sai?
Lori: Mo vengo li e ti spacco il pc!
Polkan: Azz vieni qui? Non voglio pensar male, non voglio pensar male.
Lori: Va cagare ah ah ah.
Polkan: Dai si scherza, hai girato oggi?
Lori: In macchina? F1 lmt ferrari?
Polkan: rFactor.
Lori: e cosa sarebbe F1 lmt ferrari ? Si va bè rFactor. Comunque si, tu?
Polkan: No, non c'erano server.
Lori: Come no, a che ora?
Polkan: Perchè chi c'era?
Lori: Stefano, tuo fratello, io, Simone e Marco.
Polkan: Cazzo me lo sono perso.
Lori: ...
Polkan: Uh, ho detto cazzo.. Senza offesa, s'intende.
Lori: Si guarda sto andando in orgasmo...
Polkan: Ops.
Lori: Splaaaaaaaashhhhhhhhhhhhhhhh, sullo schermo.
Polkan: Ah allora facevi sul serio. Guarda che puoi dirmelo, non sono uno di quelli che pensano "oh, che schifo, un gay!"
Lori: Aspè.
Polkan: Ti pulisci?
Lori: Si ah ah è quello che volevo dirti ah ah ah.
Polkan: Scherzando si dicono le maggiori verità..
Lori: Sei troppo filosofico.
Polkan: Troppo? Questa la mettono anche su facebook.
Lori: Ma perchè non ti metti in foto? Ho una voglia di vederti.. ah ah ah.
Polkan: ...
Lori: Skeeeeeee, te mi provochi con le tue battute, adesso le faccio anche io.
Polkan: Ma le tue non fanno granchè ridere. Facciamo così, facciamo un gioco: obbligo, giudizio e verità, conosci?
Lori: Si.
Polkan: Allora tu scegli un'opzione tra obbligo, giudizio e verità e io ti dico cosa devi fare, giudicare o dire.
Lori: Obbligo.
Polkan: Ok. Sei obbligato a dire la verità sul fatto che sei gay o no.
Lori: No, NON sono gay.
Polkan: Ok, non sei gay. Sicuro? Guarda che poi perdi il gioco.
Lori: Ah ah ah vaffanculo, sono sicuro.
Polkan: Va bene. In generale, comunque, posso dirti che queste sono cose intime e private, bisogna parlarne solo se si è assolutamente sereni della propria condizione, tranquillo.
Lori: Ah ah ah cazzo sei piu simpa di tuo frate nel senso non da gay da amici, non da gay, minchia, no gay, io no..
Polkan: Ah ah ah no tu non sei gay, l'hai detto prima, sei anche sicuro.
Lori: Ah ah ah ah bastaaaaaa.
Polkan: Senti ma io avevo una curiosità, così, non perchè sei gay, ma magari lo sai, te lo avrà detto qualcuno, non so, comunque te lo chiedo, ok?
Lori: Si.
Polkan: Come si riconosce un gay? Cioè, come si fa a capire se con uno ci puoi provare o no?
Lori: Bho.
Polkan: Ah, non lo sai.. ok.. fa niente..
Lori: ah ah ah haha domani è pasqua!!
Polkan: Evvai.
Lori: Che ovetto di cioccolato avrai ricevuto?
Polkan: Nessuno, tu? Una barra di cioccolato?
Lori: Ah ah ah.
Polkan: Azz allora l'hai capita.. no ma non sei gay, mi ostino a pensarlo, scusa.
Lori: Ma va..
Polkan: Dai, io vado di là a vedere la partita, magari poi ne riparliamo con gli altri del champ..

Polkan

sabato 3 aprile 2010

Demonologia moderna.

E quindi un tempo ero un leprotto. Lo dico perchè era da tempo che avevo qualche reminescenza di un mio passato silvestre, così ho contattato il prete della zona e mi ha detto che, ahimè, la reincarnazione non esiste, per cui è impossibile che io prima d'esser uomo fossi animale (leprotto poi), a meno che il suo ragionamento fosse fallace e senza fondamento, e poichè alla mia domanda "Scusi, ma perchè dice questo?" mi ha risposto "Perchè Dio ha voluto così, mio caro", ne ho dedotto che il suo in effetti non era per nulla un ragionamento, e poichè una persona del campo (lui) senza alcun ragionamento ha affermato che in realtà è impossibile che io mi sia reincarnato in un uomo solo dopo essere stato un carinissimo esemplare di coniglio dalle orecchie lunghe della Malesia, si può dire che, con questo ragionamento, per il momento è più dimostrato che io fossi una lepre, che che non lo fossi.
Ma, tornando a noi, ero un leprotto e questo ha condizionato tutta la mia vita. Si, perchè un leprotto è un animaletto dolce, tenero (guardatelo) e ingenuo. Cazzo, fossi stato una iena bastarda nella vita precedente, nella vita umana sarei stato un buonissimo figlio di papà pieno di soldi e culo, invece sono stato una stramaledetta lepre (mannaggia) e mi sono reincarnato in uno sfigato, bastardo, disinteressato alle questioni altrui. Questo è quanto, la legge del contrappasso.
Con il post qui presente chiedo scusa a tutti coloro cui ho danneggiato la vita (ma và, non l'ho danneggiata a nessuno), ma sappiano che se sembro cattivo è perchè lo sono, non per colpa mia, non perchè lo voglio, è per quella storia del leprotto, dio. Le cose cattive che faccio, le faccio senza cattiveria, tipo quella volta che quel mio amico voleva che gli ascoltassi la lezione di filosofia, io presi il quaderno e lui iniziò a parlare, poi dopo venti minuti venti, assolutamente immemore del fatto che stesse parlando a me, ma convintissimo che anzi stesse ripetendo filosofia per fatti suoi (e infatti pensavo: cazzo ci fa qua?), mi alzai e accesi la play station, come se niente fosse, e addirittura gli chiesi "te la fai una partita?" e ci rimase male, malissimo, così male che mi prese il quaderno di mano e disse "ma quindi non hai ascoltato nulla finora?", "no", "Platone, Aristotele, i sofisti", "nulla", e allora iniziò a urlare, dicendo che sono uno stronzo, che l'ho fatto parlare per ore invano, mi ha buttato il quaderno addosso e ha spento la play station ed è uscito urlando "Fanculo!", ma cazzo, non era colpa mia! Volevo alzarmi, uscire e dire "Aspetta! Mi dispiace! Non è colpa mia, è per una storia di tanti anni fa, non posso spiegarti ora, ma credimi, non è colpa mia, mi farò perdonare, promesso", ma non l'ho fatto, sono rimasto seduto, ho riacceso la play station e ho iniziato a giocare a PES.
Sono stronzo, ammesso, però non è come sembra. Ok, lasciamo perdere la storia del leprotto per un attimo (in fondo potrebbe non essere vera, lo scopriremo solo morendo), la realtà comunque è che io sono stronzo solo perchè la gente ritiene stronzi i comportamenti come i miei, ma sono normalissimi comportamenti di uno a cui di te, generico, non è che gliene frega poi tanto, ma mica perchè gli stai antipatico, anzi, tutt'altro, è così divertente quando stiamo insieme, ma poi basta, finisce lì, mica ci sposiamo, incrociamo le nostre vite e poi puff., le vite proseguono la loro strada ma per carità, non incrociandosi continuamente, no, io voglio una bella strada dritta, sgombra, senza incroci e traffici vari, pulita, profumata, addobbata, piena di distributori automatici. Una strada fantastica. Ci va bene tutto dentro, ma non la tua strada, grazie. E' questo che la gente confonde per essere stronzi. In realtà, capirete, è solo un normalissimo voler vivere la propria vita.
Parlando con una maestra delle elementari (non sono voluto andare dal prete per non autosmontare la mia teoria) mi è venuta un'illuminazione: tutto ciò dipende dal lavoro e dai consigli dei propri diavoletti e angioletti custodi. In particolare, i miei hanno lavorato per una vita intera ciascuno per gli affari propri, non che non gli andasse di litigare come fanno quelli di tutti gli altri, ma probabilmente avevano molto da fare nel giudicare un pò tutti i miei pensieri, dal momento che sono veramente tanti, per cui non sono riusciti a trovare il tempo materiale di discuterne tra loro, intenti com'erano a darmi ciascuno i propri consigli. Ora, un giorno dev'essere successo che, nonostante la ancora ampia mole di lavoro affidatagli dalla mia testa, avranno trovato il modo per ritagliarsi, così, dieci minuti di riposo per confrontarsi tra loro, oppure sarà successo qualcosa di particolare per cui davvero era necessario che discutessero, tipo il diavoletto voleva scoparsi la ragazza dell'angelo e l'angelo, indemoniato, è corso dall'altro lato del collo per ammazzarlo, sta di fatto che devono aver iniziato a parlare, con il chiaro intento di litigare, com'è naturale per queste due minuscole entità sempre presenti sulle nostre spalle, e invece erano sempre d'accordo, non litigavano per nulla, tanto che alla fine si devono essere messe a lavorare entrambe sulla stessa spalla (da qui il mio dolore alla sola spalla sinistra dopo ogni partita di calcetto).
Che il mio angelo sia stato dotato di così tanta intelligenza da pensare le stesse cose del demone? Un genio..

Polkan