venerdì 15 gennaio 2010

Un tuffo nel passato.

Capita a tutti di immergersi nei propri ricordi. Quelli belli, quelli brutti, quelli strani, quelli assurdi, e spesso le reazioni a tali ricordi sono pianti, sorrisi, risate. Mi è tornata in mente una di quelle giornate che cominciano male e finiscono peggio, una delle tante, ma questa l'avevo proprio rimossa. Quante volte avrei voluto vedermi con gli occhi di qualcun altro, per vedere quanto fossi ridicolo. Soprattutto da piccolo, ho spesso pensato "questA (si si, l'ho pensato proprio con la A grande) scena l'avrei voluta vedere dall'esterno per capire quanto sono stato idiota". Non so voi, ma io ero il classico bimbetto che, quando gioca a qualcosa con qualcuno, trequarti del tempo del gioco lo passa a pensare quella particolarità che nessuno pensa, per stupire e pensare "eheh sono più furbo di voi, io avrò soldi e voi no, io diventerò qualcuno e voi no, io scoperò e voi no, io io io" ,sempre.
Classica mattinata con gli amici (il mio, all'epoca, miglior amico e i suoi due cugini) a casa a giocare alle varie play station, nintendo, computer, figurine dei calciatori. Ora che ci penso, da piccoli eravamo così stupidi che giocavamo a chi aveva più figurine inutili, conosciute come i "doppioni", e non sia mai quando, dalle tanto attese 3 bustine della domenica uscivano figurine che sull'album non avevamo. Era lutto.

[meglio censurare quelli che sono stati gli insulti reali]
Kura: Ma per la barba di merlino, mi è uscito Shevchenko, non solo è del milan, ma mi manca anche! Volevo il decimo BOBO VIERI.
Amico: Ahahah attaccalo attaccalo, un doppione in meno.
Cugino grande: Ahahah soldi buttati! Che sfigato.
Kura: Vabbè non fa niente, almeno completo l'album. Però uffa, giochiamo a mignolino allora, così vinco tutte le tue figurine.
Amico: Aspetta fammele contare.. Duecento.. Quattrocento.. Seicento.. Ho milleduecentotrentatre figurine! Tu?
Kura: Quarantasette...
Amico: Allora giochiamo.
[rimasi con l'ultimo Bobo Vieri dopo averle perse tutte]
Kura: Mi è rimasta l'ultima. Non posso usarla. Vieri mi ha pure fatto 24 gol al fantacalcio.
Cugino grande: Coniglio!
Amico: Sei un bambino!
Kura: Vaffanculo, giochiamo!
Amico: (hahaha ci è cascato)
Kura: Vinto. Vinto. Vinto. Vinto. Vinto. Vinto. Vinto. Cinquantuno, due, tre, quattro..
Amico: Ti sto facendo vincere che credi.
Kura: Vai Tritolone (è il soprannome di Vieri) che tra un pò completo l'album!
Amico: Cambia figurina.
Kura: Le ho vinte quasi tutte. Vuoi continuare?
Amico: Ma non è giusto, tu imbrogli! Cambia figurina. Tocco blu non gioco più. (Si, è così, la prima volta quel "tocco" l'ho sentito da lui, mi ha segnato a vita)

Insomma facevamo quello che tutti i bambini fanno, finchè nel momento clou dei giochi arrivò il solito genitore scassacazzo che disse "ragazzi dobbiamo andare in campagna e non vi posso lasciare qui, venite con me", ma non solo, la botta finale fu "dobbiamo stare tutta la giornata.". Non scappai perchè non ne ebbi il coraggio. Cioè, tutta la giornata in campagna..in campagna, dove non c'è un televisore, non c'è un videogame, non ci sono abbastanza figurine per giocare tutto il giorno, e soprattutto dove ci sono le zanzare. Viaggio in macchina tristissimo poichè eravamo tutti con le palle in mano (ci eravamo giocati alla play station la nostra ragazza immaginaria, e io e il mio amico stavamo vincendo), senza dire una parola. Arriviamo lì e vidi mille alberi di frutta, duemila piantagioni diverse di ortaggi, ortiche ovunque, un capannone pieno di tutti i prodotti finiti e vini vari, e la possibilità di non fare un cazzo. Dopo circa un'ora pensammo di smettere di guardarci in faccia come quattro imbecilli, e decidemmo di esserlo. Come? Organizzando un gioco imbecille, creammo un percorso suicida ad ostacoli con salto in lungo finale, ovviamente tutto cronometrato. Suicida perchè nessuno di noi voleva ammettere che non sapeva saltare 1 metro di altezza, che correre 2 kilometri ci avrebbe stancato e che i ciottoli prima del salto in lungo ci avrebbero fatto scivolare. Fottuto orgoglio infantile.

Amico: Io salto più di un metro, raggiungo i 30 km/h quando corro e riesco a stare sott'acqua 4 minuti. Questo percorso lo faccio in poco tempo.
Kura: Io faccio karate. Se ci riesci tu ci riesco anche io, anche di più.
Cugino grande: Vabbè ma vinco io, sono più grande di voi.
Noi: Infatti, è più grande. Che giochiamo a fare.
Kura: (convinto di essere un piccolo jet lee) Dai proviamo, noi siamo allenati.

Non l'avessi mai detto, dopo due ore avevo le gambe piene di sangue, una striscia di zanzare che formavano la parola "fottiti" , terreno ovunque, bolle sulle mani per colpa delle ortiche (le avevo anche sulle gambe le bolle, ma non lo sapevo ancora per colpa di sangue e zanzare), e due lividi su ogni parte del corpo. Gli altri, come me, meno le zanzare. Arrivai ultimo in tutti i giochi, tranne a "vediamo chi si è fatto più male", quello, vaffanculo, l'ho vinto. Come premio per la mia grande vittoria scelsi il gioco finale. Ormai si era fatto buio e scelsi di giocare a nascondino. Pensai che li avevo fottuti. Sapevo che prima o poi ci avremmo giocato e mi sono segnato tutti i numeri di cellulare così se avessi contato io li avrei trovati grazie alla suoneria; se non avessi contato io, avevo già adocchiato tutti i posti dove nascondermi. Sperai di non dover contare, così sarei andato nella cantina dall'altra parte della staccionata, che loro non l'avevano vista, avrei tolto la suoneria al cellulare e sarei rimasto lì per un oretta. Facemmo la conta e mi andò bene. Mi andai a nascondere. Piccolo particolare, non avevo calcolato che era buio e dove stava la cantina non c'era nemmeno un filo di luce. "Un'oretta" il cazzo. Cominciammo a giocare verso le 20.30 circa; non vi posso raccontare nulla dell'attesa del ritrovamento, perchè non mi ricordo un cazzo. So solo quello che mi ha detto il mio amico: alle 23.15 si è scocciato di cercarmi e ha chiamato il padre, mi ha trovato lui. Ero per terra, svenuto, tra delle bottiglie rotte, tante bottiglie. Abbiamo ipotizzato che correndo sono inciampato, un lungo salto, finendo violentemente in uno scaffale di bottiglie di pomodori passati. Ne ruppi un centinaio, fortunatamente non ho mai pagato i danni, buttai solo i vestiti per non farlo sapere a mia madre.
Kura

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