giovedì 21 gennaio 2010

Mi chiamavano Trinità.

La doccia è un gran posto, oltre che una gran cosa: la miglior fonte di ispirazione che io conosca. Non sai che dire? Che pensare? Che scrivere? Che fare? Una doccia è la pronta risposta ad almeno una di queste domande, che poi sarà la risposta ad un'altra e ad un'altra e alla fine, con una doccia, avrai risposto a tutto ciò che ti serviva, e non puzzerai più. Però ha un piccolo difetto: puoi pensare quello che ti pare, fare un discorso memorabile verso l'umanità intera, progettare il più diabolico piano per conquistare Gotham City, ma dopo, uscito dalla doccia, non ti ricorderai inevitabilmente un cazzo. La lotta post-doccia con la propria mente è inevitabile. E' come quella del risveglio dopo una lunga notte, quando magari poco prima avevi pensato la frase più bella della tua lunghissima carriera di pensatore (vedi: nullafacente) e tenti con tutte le tue forze di ricordarla; parti da quello che avevi potuto pensare prima o dopo, cerchi un collegamento, ti arriva sulla punta della lingua (anche se è in mente che lo stai pensando, è per questo che continui a non ricordarla), la senti, ti tocca, ti stuzzica, è quasi arrivata e poi.. puff, scomparsa di nuovo. Semmai ci fosse davvero mai stata.

Ego: "Ehi cazzo fai, ridammi quella frase!"
Cervello: "Ehi vacci piano amico, io ti comando."
Ego: "Tu non sei nessuno. Dammi quella cazzo di frase o ti suicido!"
Cervello: (sghignazzando) "Ok."
Ego: "Madf fuef ha cloriu sidel"
Cervello: "Dammi retta, riaddormentati. E' tutto ok qui. Tranquillo."
Ego: "Cazzo voglio sduer pigir ciner."
Cervello: "..."
Ego: "Dai ti prego.."
Cervello: "Ridillo."

Dev'essere un complotto. E forse dev'essere causa nostra. Sono arrivato a pensare che il cervello non sia là per servirci, ma che sia un'entità a sè, un essere vivente costipato nel nostro cranio finchè morte non ci separi inutilmente. Come tale, è plausibile che il cervello si aspetti da noi qualcosa, e che una volta aver capito che da noi non otterrà verosimilmente mai nulla, inizi a tentare di fotterci percorrendo altre strade. Essendo il cervello un "noi alternativo", o almeno quella cosa grazie alla quale noi siamo noi, lui può tutto, con noi. E' il nostro Dio.
In effetti qualcosa in comune con Dio, quello vero (non ridete), ce l'ha. E' onnipotente, onnisciente, onnipresente, ha il suo profeta (io), si è fatto carne (io), è un pò permaloso e si fa un bel pò di pippe . La differenza è che Dio, quello vero, è così per tutti, Dio Cervello è così solo per me. E mi sta bene. Gli manca solo il libretto delle istruzioni, qualche seguace (e quello si può sempre acquisire) e un briciolo di misericordia.

Cervello: "Adesso ti verrà in mente l'idea più geniale della tua vita."
Polkan: "Eureca! Se progettassi un sistema per recuperare l'energia dal traffico e rigettarla nella rete urbana.."
Cervello: "Meno geniale, idiota."
Polkan: "Macchè. Piuttosto, pensiamo a dove ho potuto mettere le mutande."
Cervello: "Ok, stavolta te lo dico io, guardati in tasca. Ecco, bravo. Ora: idea geniale."
Polkan: "Devo scrivere un libro. Potrei fare dei soldi. Molti soldi. Soldi = ragazze. E' fatta, scriverò un libro."
Cervello: "Oh, si.. un libro."
Polkan: "E' un'idea geniale. Devo correre a segnarmela."
Cervello: "Tranquillo, tanto non la dimentichi."
Polkan: "Oh cazzo, sto facendo la doccia. Devo ricordarmelo. Libro libro libro libro libro libro.."
Cervello: "E.... ora!"
Polkan: [appena uscito dalla doccia] "Merda.. l'ho dimenticato."
Dio Cervello: "Ops.."

Un'altra cosa che credo sia a tutti gli effetti un dio di ogni uomo è il pene. Il mio si fa chiamare Cervello.

Polkan

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