giovedì 19 maggio 2011

Io vado a dormire.

Prima di iniziare a leggere (ti rendo noto che lo stai già facendo) fermati, guarda alla tua destra un attimo. Ricorda le parole "Ma passiamo alle cose serie" e tienile bene a mente, per favore. L'altra sera ero a tavola con mio padre, la moglie (non necessita spiegazioni al di fuori di questa breve parentesi che sto inutilmente allungando e che tu stai, inutilmente, continuando a leggere) e la tv sintonizzata su SKY*, quando la figlia di mio padre (o mia sorella, che dir si voglia) ha detto "Mamma, sei scesa giù e mi hai lasciata da sola. Ora non salgo finchè non sali con me, se mi vuoi bene non mi puoi lasciare da sola mentre dormo".
La seconda cosa che ho pensato è stata che anche le ragazze della mia età fanno così. Non proprio con queste parole, ma concettualmente e cosmicamente non ci sono differenze. Si parla di quello che viene erroneamente chiamato "amore".
-Femmina- è stata la prima.
Pensa a tutte le frasi standard che vengono dette dalle coppie, sia dal maschio che dalla femmina, e riflettici un secondo. Due secondi. Tre secondi. Ok, riflettici finchè non arrivi a una conclusione sensata. Sensata per me. In effetti volevo scrivere tutt'altro però mi si sono disegnate avanti agli occhi tutte le frasi che ho letto/sentito dire/scritte con una risata dietro lo schermo/scritte con sincerità e inconsapevolezza. Per esempio:
- Ho bisogno di te. Obiettivamente, bisogno di te, ma di che? Perchè si dovrebbe avere bisogno di un'altra persona? Il bambino ha bisogno della mamma che gli cambia il pannolino, il cane ha bisogno del padrone che gli mette l'acqua della ciotola, il televisore ha bisogno della corrente per accendersi (e bisogno di te che premi il bottone). Sei un televisore? Troppo materiale. Sei un cane? Renditi conto che NON.HAI.BISOGNO.DI.NESSUNO.CHE.DI.TE.STESSO.
- Sei la mia vita. Tecnicamente ti ha detto che gli stai sul cazzo, ma visto che qua vediamo le cose in dolce stile il significato "reale" o quello che si vuole intendere è "Non vivo senza te". Della serie "sei la mia acqua" (che ben presto diventerà insulto grave visto che l'acqua verrà privatizzata), "sei la mia aria" che la versione breve di "sei l'aria che respiro", frase comunemente usata e chiaramente con molte raccomandazioni visto che di dolce o romantico io non ci vedo/trovo/percepisco nulla.
- Mi serviva il tuo aiuto e tu non c'eri. Tradotto: NON ero CAPACE di fare X da solo/a
- Speravo che almeno tu mi capissi.
- Non mi dai quello che cercavo.
Continuo? Continua tu, e magari pensaci quando succede col tuo/a ragazzo/a. Perchè succederà. Solo volevo farti vedere una cosa, una cosa che magari prima non avevi visto. Tutte le frasi che ho sopracitato, tutte le frasi che hai pensato, e tutte le cose che ti succedono quando litighi, discuti, o affronti qualcosa che riguarda quello che tu, chiami amore, implicano tutte il RICEVERE QUALCOSA. Per i bambini l'amore ha un solo significato: essere amati.
Ma passiamo alle cose serie, spegnete il pc e fate qualcosa di buono. Io..

*Qui mi fermerei un attimino: per non fare pubblicità al satellitare (non che ne abbia bisogno) volevo -simpaticamente- chiamare Sky "Cielo", per ovvi motivi. Poi uno dei miei dubbi esistenziali mi ha assalito con la sua solita forza bruta e devastante. Filosofia? Scienza? No, grammatica. "Si scrive CELO o CIELO?", mi sono chiesto. La mia memoria e il mio raziocinio mi suggeriscono la seconda ma, siccome quel poco di università di psicologia che ho fatto mi ha insegnato che i ricordi sono in gran percentuale errati in una sicura, se pur piccola, percentuale (sorry me) sono andato a controllare su Google. Ebbene ho scoperto che "Cielo" è un programma di Mediaset Premium dove fanno vedere tutti i telefilm. Vendo fantasia.

Kura

mercoledì 11 maggio 2011

Fidanzarsi non rende abbastanza.

Capisco il non rendersene abbastanza conto o il non rendersene proprio conto, ma quando si è in presenza di casi estremi sarebbe bene cercare di limitarne al massimo l'esposizione al grande pubblico. Mi limito a descrivere i fatti perchè - vedrete - si commentano da soli.
Ho fatto gli auguri a Prosty Pink. Chi è Prosty Pink? E' il nome di fantasia che se stessa si diede per non essere chiamata Vittoria in questo post, solo che destino volle che, non molto tempo addietro, cambiasse questo nome, fortemente ma volutamente ambiguo, in Porpy Pink. E fin qui rientriamo nel campo della libertà individuale. Le ho fatto gli auguri, dicevo, essendo oggi il suo compleanno e - in un momento di spiccata vena umoristica - le ho scritto: Per me eri, sei e rimarrai sempre Prosty. Auguri Prosty Pink!. E infatti - infatti relativo alla mia spiccata vena umoristica - lei ha capito e ha riso, in una maniera approssimativamente stimabile in: ahahahah.. eh grazie!, come a dire "ho capito che la cosa richiede una risata: eccotela e già che ci sono grazie per gli auguri". In tutta l'intera sua bacheca faccialibrica ha risposto agli auguri di sole due persone, e cioè: io e una sua zia. Su almeno un centinaio di auguri sparsi qua e là. Quindi la battuta le doveva essere risultata simpatica. Finchè non interviene uno, che per motivi di privacy chiameremo Genny Flebo Desaparecido - e no: se cliccate sul suo nome non andrete alla sua pagina di facebook! Non provate, mi raccomando! - il quale commenta con un'espressione algebrica, che esprime graficamente con una successione di punti interrogativi: ???. E beh? Vedo i punti interrogativi ma non riesco a vedere la domanda, gli dico. Fratè ma che problema tien?, mi risponde con una molto inflazionata espressione neo-latina. Si perchè effettivamente, tra i due, quello dimostra di avere un problema sono io, gli propongo come personale chiave di lettura. Mi aggiunge agli amici di facebook, cosa che riceve chiaramente il mio "bloccalo subito" come contromossa, ma, per quanto la convenzione sociale richiederebbe che l'argomento si auto-esaurisca in questo click di mouse, non me la sento di chiudere qui la questione e le scrivo in chat.

D
ai voglio sapere!, le dico.
Cosa?, risponde fingendosi ignara di tutto o in un esile tentativo di mostrarsi indifferente.
Voglio sapere in qualità di cosa è apparecido il desaparecido e qual'è il problema?, le chiedo sorridente.
In qualità di mio fidanzato, chiosa con decisione.
Si, me lo auguravo. Ma qual'è in effetti il problema?, insisto con gran flemma.
Ti auguravi cosa?, chiede Porpy Pink interdetta.
Che fosse il tuo ragazzo, le preciso, e non uno a caso, ma vabbè era evidente--
E quindi?, mi blocca.
Si, chiedevo, appunto, ma ci riprovo: qual'è il problema?, le dico iniziando a capire verso dove mi porterà la conversazione. Chiedo del tutto pacificamente, aggiungo.
Che significa: Per me eri, sei e rimarrai sempre Prosty!?!?, chiede allora infervoratasi tutta d'un tratto.
Ahahah ma quindi tu sei lui?! Cioè sto parlando in diretta con Genny il desaparecido?, le chiedo a metà tra il dubbioso e il divertito.
Mattia ma che stai dicendo?, apporta subito come argomentazione inconfutabile alla sua non-tesi.
Bene ti spiego: com'è che mi chiedi cosa significa? Una battuta come un'altra che hai capito tranquillamente, giacchè hai riso. Ora, il fatto che tu mi chieda che significa indica o che non stai bene, o che la tua memoria va da quando hai cambiato nome su facebook ad oggi, oppure che non sei Prosty, ma Genny, le appunto con la dovuta precisione.
Una battuta che ha dato fastidio al mio ragazzo, ora sto litigando con lui e, credimi, il mio ragazzo non è così stupido da connettersi dal mio contatto per parlare con te. Ha detto che ti ha mandato una richiesta, se hai dei problemi parlane con lui, perchè io sto bene e la cosa non m'interessa e credimi che sto davvero bene e non potrei stare meglio, risponde lei con molta molta più precisone del dovuto.
Al che ridendo le scrivo: Ma figurati se la cosa mi tange: ti ho chiesto solo per ridere un pò e a quanto pare ce l'ho fatta. In ogni caso, io cosa ci devo fare? Meglio se consideri l'ipotesi di dare la colpa al tuo ragazzo, le dico a metà tra l'esaustivo e il coinciso. Detto ciò: sei eliminata, e la elimino.

Come diceva, se avessi avuto - io - dei problemi ne avrei potuto/dovuto parlare con il ragazzo perchè - suvvia, figuriamoci! - a lei tutto ciò interessa poco o nulla, "perchè io sto bene e la cosa non m'interessa e credimi che sto davvero bene e non potrei stare meglio", che non è assolutamente una cosa che ha scritto solo per copiarla al fidanzato accontentarlo e chiudere il discorso, no no, è proprio quello che pensava, cosa resa evidentissima dal fatto che fosse del tutto inerente col discorso precedente, e che, nonostante fosse già del tutto interente, io le avevo espressamente chiesto un'opinione in merito. Opinione tra l'altro ulteriormente confermata da lei mandandomi un messaggio privato. Ricordo ai più (patologicamente) smemorati che la conversazione si chiudeva con "sei eliminata" e con la conseguente applicazione pratica di ciò.

Ma non me ne frega proprio sinceramente! cià bell!
, mi scrive.
Non era mica un dispetto, just: troppo idiota per stare tra i miei amici. Senza rancore,
le scrivo mantenendo comunque un'adeguata pacatezza derivante dal reale, effettivo poco mio interesse al riguardo.
Accirt!! ahuhuhaauhahuahua il ciuccio chiama 'recchie lunghe' il cavallo!!! ahuahuahuhauhuahuahauhauua!!! mah?!?!?!?,
mi scrive mantenendo la mia stessa flemma.
Non mi pare che non te ne freghi proprio, dal momento che stai continuando a scrivere, le scrivo, pensando fosse necessario chiarirle una volta per tutte il mio punto di vista.

In ultima analisi, dopo aver riportato rigorosamente i fatti così come avvenuti, aggiungo, perchè l'opinione di ciascuno possa riflettere incondizionatamente il proprio pensiero: A Porpy Pì, ma vafancul!

Polkan

venerdì 6 maggio 2011

¿Por qué?

Mi contatta una. Mi fa: Ehi ciao. Ciao, rispondo lì lì. Come va?, mi chiede di sicuro con pieno interesse. Bene, grazie, le scrivo, seguito da una emoticon sorridente. Aveva dovuto aspettarsi un e tu?, perchè ci mette un pò prima di scrivermi il prossimo messaggio, che è: che fai?. Beh, sto seguendo un corso sullo spionaggio internazionale qui da Mc Donald's, c'è anche una delegazione dell'Inter che mostra la Champions League e c'è una ragazza non male qui accanto e, beh, ci sto provando, ma soprattutto non sto su msn, tu? Sei a mare, scommetto, avrei dovuto dirle, ma la immagino lì, dietro il suo computer che osserva la sua pagina di msn desolata, vede il mio contatto e - luce! eureka! - mi contatta, ma solo per farlo, per fare qualcosa, non perchè volesse sapere veramente come stessi o che facessi, d'altronde: che posso star facendo? Ti sto scrivendo, quindi quello che fai tu. Sono su internet in più modi, e tu? le dico, e glisso su ogni battuta cattiva mi fosse venuta in mente. Io cazzeggio. Cazzeggia. Lei, cazzeggia. Cioè?, le chiedo sinceramente curioso. Cazzeggio su internet. Sembra carino. Cioè? Le chiedo ancora. Niente, sto su msn.

Aaaah, quindi niente. Non stavi facendo niente. E perchè mi dici che cazzeggi? E' così più figo di 'niente'? Ma anche fosse più figo, che motivo hai di apparire più figa ai miei occhi? Ok, sei femmina, ma questo risponde solo alla domanda fai o meno cose stupide?, per inciso con un chiarissimo si in grassetto, ma non alla domanda perchè?. Cioè, perchè devi essere stupida? Cosa o chi te lo impone? Non dirmi che è una scelta tua. Facciamo che ho sette anni. Ti credo, stai cazzeggiando e mi eccito - come si eccita un bambino di sette anni, intendo - a sapere di star parlando con una ragazza che cazzeggia. Anch'io! Anch'io! Anch'io! Anch'io voglio cazzeggiare! Come si fa? Dai dai dai dai me lo dici? Ti prego. E' così che pensavi avrei reagito? Lo chiedo sul serio eh. Oppure come: wow cazzeggi, una volta l'ho fatto anch'io a dodici anni, fantastico. O indifferente: ah, capito, a scuola come va? Fatto sta che ho risposto Cioè? e tu hai detto Niente. Allora non importa, non fa nulla se non vorrai spiegarmi tutto questo, se vorrai ch'io mi dimentichi o se vorrai non contattarmi più. Solo ti prego: smettila.

Polkan

mercoledì 4 maggio 2011

Solo per chi non lo sa già.

Ci sarebbero stati due modi, per scrivere questo post: 1) scriverlo; 2) accendere la web cam, fare una fotografia a me stesso e pubblicarla sul blog. Solo che, per una malaugurata concatenazione di eventi, quali il passaggio da windows XP a windows Seven (mesi e mesi fa), il fatto che suddetto passaggio non l'ho fatto io che a parte le cose di base (msn, firefox e rFactor) e tutte le altre raggiungibili via google non capisco assolutamente niente di computer, il fatto che non ci sia nessuno nè in casa nè online (da un'analisi frettolosa pare comunque che le 4:00 sia un'orario adatto solo a me per essere online) che sappia usare il computer meglio di me e che non ho voglia di passare altro tempo su questa cosa (credo di averci messo cinque intensi minuti per scrivere fin qui), non riesco a farmi le foto con la web cam. Allora, la domanda di oggi è questa: cos'è la felicità? Non lo so neanch'io - cos'è - ma so per certo, e vi stupirò, cosa non è. Non è quella cosa che va per forza ricercata con un'altra persona e per forza condivisa con un'altra persona. None. Non ci perdete proprio tempo, per la fiducia che spero ormai abbiate nei miei confronti, lasciate perdere la questione, se non siete d'accordo: non è quello. Quello si chiama vanto, per quanto a noi possa sembrare che sia proprio la felicità. Non è bello come la felicità, non perdura come la felicità, non dipende da se stessi come la felicità, non è motivo d'orgoglio - paradossale, eh? - come la felicità. E soprattutto finisce - sempre - quando il motivo del nostro vanto, e quindi della nostra serenità e quindi della bellezza di cui ci appaiono pervase le cose e quindi della nostra sensazione di invincibilità, verrà superato da un altro motivo di vanto che renderà felice qualcun altro fino ad un altro motivo di vanto e poi un altro e poi un altro, oppure quando coloro i quali non hanno nulla di cui vantarsi maggiormente inizieranno a fregarsene e a metterci una pietra su (alla faccia della nostra 'felicità') e questo finchè non moriremo tutti, infelici e soli. Questa semplicemente non è la felicità. Volevo dirvelo. Vi dirò al volo cos'è per me, invece.

La felicità è dirsi: "Sono felice" ed esserlo davvero. E lui potrà dire quello che gli pare, si ascolterà da solo. Il prof potrà mettermi qualsiasi voto desideri, se ne ricorderà da solo. Nelle tasche potrò avere qualsiasi cifra, mi ciberò cacciando. La birrà potrà essere calda, aspetterò si ghiacci. Il mare potrà essere agitato, tornerò domani. Lei potrà spompinare tutto il vicinato, qualcuno le verrà in bocca.


Polkan