lunedì 19 aprile 2010

Io ho ragione perchè quando ho ragione ho ragione e quando ho torto potevo avere ragione, quindi ho comunque ragione perchè potevo avere torto.

Questo blog è nostro, di Polkan e Kura (o Kura e Polkan, se ordiniamo in senso crescente), e l'ultimo post che abbiamo scritto insieme è di mille mesi fa, un'eternità. Vi siamo mancati? Vi sono mancati gli autori di questo blog? Intanto, per non farvi rimanere a secco, ci sono stati dei post, tanti, non c'erano male, no, gli autori a cui abbiamo concesso il lusso della pubblicazione erano abbastanza bravi, vero, però non erano Polkan&Kura (questa volta in senso univoco, seppur decrescente). Ora, ogni post che facciamo nasce sempre da una discussione reale, lunga, molto lunga (c'è chi nello stesso tempo ci vince Wimbledon o si fa la tratta Roma - Milano, per dire) che avviene tra noi due e questa non è che una teoria delle tante, cioè, una cazzata così, che praticamente in più alle cazzate comuni ha la qualità di apparire un discorso logico e intelligente, ma in realtà noi le cose intelligenti le teniamo per noi, così poi un giorno le pubblicheremo (non sul blog, quello dopo, pensiamo più su qualche rivista scientifica o riguardante la psicologia, cose del genere) e faremo finalmente I Soldi e apriremo un bar ai Caraibi e da lì scriveremo di ogni nostra scopata Sud Americana qui su Moviola in campo e, indubbiamente, ci ricorderemo di voi. Ecco, questa, quindi, è una teoria delle tante. Ci sembra però un pò più importante delle altre.
E' successo, qualche volta, che qualcuno abbia pensato che ci fosse un che di sbagliato in questo blog e ce lo ha fatto notare, sostenendo che poi noi avessimo torto nel affermare, al contrario, che fosse tutto perfetto. E questo è normalissimo. Voglio dire, chiunque inizi una discussione lo fa pensando che chi la pensa diversamente abbia torto. E non potrebbe essere altrimenti dal momento che pensare, in particolare avere un'opinione, significa ritenere con assoluta certezza di pensare la cosa giusta (a meno di essere un idiota auto-riconosciutosi, ma questo aprirebbe un altra questione e cioè quella che un idiota mai e poi mai saprebbe riconoscere di essere un idiota, a meno che sia intelligente, il che creerebbe quanto meno una piccola difficoltà nel capire cosa effettivamente sia, sebbene di certo non uno che sta bene bene).
La legge-fasulla che ne deriva sarebbe "Chiunque pensi ha sempre ragione" che, riportata a forma normale, vale a dire "Ogni uomo ha sempre ragione". E' fasulla, dicevamo: se avere un'opinione equivale a credere di avere un'opinione corretta, chi non è della stessa opinione ha per forza un'opinione sbagliata. Quindi il fatto che esistano due opinioni diverse, nel mondo, significa che esiste almeno una persona tra tutte che si sbaglia. Wow. Ma non vale affatto la pena di discutere su chi abbia o meno ragione, perchè a) discutere significa insistere ad affermare una convinzione e, di conseguenza, non serve a nulla, poichè quella convinzione (potremmo dire "per ipotesi") è giusta (serve, se non altro, a dimostrare la propria intelligenza, così da convincere l'altro che la suddetta convinzione sia giusta, poichè viene da una mente intelligente) e b) chi discute non vuole sentir ragioni. Ovviamente. Chi, per errore o ingenuità, accettasse le ragioni dell'altro riconoscerebbe di aver sbagliato e, per arrivare a questo, non servirebbe sicuramente discutere.
Il trucco, state a sentire noi, è dire ogni cosa nel modo più nascosto possibile, cosicchè l'altro dovrà confessare di non aver capito cosa volevate dire, ma confessare di non capire significa confessare che la propria intelligenza non ci arriva, che, per un gioco di equazioni e analogie, significa confessare di star errando, seppure non ce ne sia bisogno, perchè già per il solo fatto di avere un'opinione diversa è già certo che si stia sbagliando. Semmai qualcuno può cercare di fotterti dicendo "no, secondo me non è così, non la penso come te" e così è convinto di avere ragione. Ma ci dev'essere forse qualcosa che mi sfugge. "Non la pensi come me? Hai torto". Beh, detto così può sembrare un pò eccessivo, ma è così, davvero, tutto fila. Prendi un'opinione, è giusta, ne prendi un'altra ed è sbagliata. E' a chi arriva prima. Un giorno ti svegli e hai un'idea geniale, può cambiare la vita a te e a tutta la comunità. Vai dal tuo capo e:

Tu: "Capo, ho avuto un'idea!"
Capo: "Si, anch'io, aspetta che te la dico.."
Tu: "No! Ti prego!"
Capo: "Voglio costruire.."
Tu: (iniziando a sudare) "Si?"
Capo: "Costruire una centrale.."
Tu: (quasi in apnea) "Una centrale?"
Capo: "Una centrale.."
Tu: "Ma dai, posso dirla prima io? E' simile."
Capo: "Voglio costruire una centrale.."
Tu: (fra te e te) "Non dire nucleare, non dire nucleare, non dire nuclea.."
Capo: "Voglio costruire una centrale nu-cle-a-re!"
Tu: [morto]

A rigor di logica, dunque, è inutile star lì tempo a discutere (benchè estremamente piacevole). I passi da fare sono brevi e li riassumiamo: a) arrivare per primi; b) dire la propria opinione; c) ascoltare rapidamente le lamentele di tutti i vari "secondi"; d) sorridere; e) chiedere: "ma perchè, forse non la pensate come me?". Se risponderanno di si, avrete ragione. Se risponderanno di no, avranno torto. Non è che poi conti granchè impegnarsi ad esprimere la propria idea (men che meno cercare di capire cosa pensano gli altri). Ciò che conta è dire all'altro che ha torto. Eventualmente si può coronare il tutto facendoglielo pesare e facendo la parte da assoluti imbecilli (aver torto rispetto ad un cretino è frustrante, frustrare un intelligente è perversamente piacevole).
Qualcuno di voi potrebbe pensare che tutto questo non è vero, che discutere non significa voler avere ragione. Ma, mio caro lettore, per il semplice fatto di aver pensato che siamo in torto, riconosci, senza volere, di aver tu torto.

Nota: le mani che hanno digitato queste frasi sono esclusivamente quelle di Polkan (e da dove altrimenti un simile linguaggio?). Kura, riguardo la stesura del post, si è occupato di mansioni intellettive.

Kura&Polkan

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