giovedì 11 febbraio 2010

Relax, please.

Alle scuole medie la mia professoressa di italiano e latino mi diceva sempre che il sabato è più bello della domenica, anche se il giorno di festa è la domenica. Questo perchè il sabato è il giorno prima della festa, e l'attesa di una cosa è ciò che rende bella la cosa stessa. Quando noi dobbiamo fare qualcosa di importante che ci rende felici, la sua attesa è la parte migliore, stiamo lì a pensare che sta finalmente per succedere e siamo tutti eccitati, poi quando succede, magari non ci pensiamo nemmeno, perchè sta succedendo. No, non è proprio così, perchè noi giovani siamo strani. Quando deve succedere una cosa non te la godi per niente, perchè nell'arco di tempo precedente pensiamo "Eddai, ma quando passa il tempo, ma quando arriva, e se qualcosa va storto? Uffa devono passare ancora quattro ore." e viviamo con l'ansia, e pensiamo che il tempo che stiamo trascorrendo è inutile e vorremmo essere proiettati direttamente a quell'evento particolare che tanto stiamo aspettando. Poi finalmente arriva il momento atteso, e non ti godi nemmeno quello perchè sta succedendo, è così bello e hai paura che finisce in fretta, sai che dopo tutto finisce e quindi non sei sereno. E non ti godi nemmeno il tempo dopo, perchè pensi che è un peccato che sia tutto finito (o che non è stato come ti aspettavi) e pensi che stai passando del tempo inutile, privo di scopo (o pensi alla delusione). E con questi stati d'ansia e di paura finisci che non ti sei goduto nè il prima, nè il durante, e nè il dopo. Allora meglio una vita senza eventi particolari. Ma passiamo al parlare delle cose che possiedi. Mi hanno sempre detto "Ti rendi conto del valore di qualcosa quando l'hai persa". In realtà quando possiedi una cosa che ti rende felice, non la vivi a fondo, ma la vivi con la paura di perderla, passi tutto il tempo a pensare che nel caso dovessi perderla soffriresti da morire, e questo ti fa soffrire. Per questo non te la godi per niente, troppo presa dalla paura, dall'ansia e dall'angoscia che la sua possibile perdita ti procura, e la cosa in questione invece di essere motivo di gioia, diventa motivo di sofferenza. E qui scatta il paradosso: soffri perchè un giorno potresti perdere il motivo della tua sofferenza, e quando la perdi invece di sentirti libero, soffri ancora di più. Allora meglio una vita senza possessi. Così pensi bene di vivere la vita da solo, senza niente e nessuno, senza eventi particolari, così da non dover vivere paure e stati d'ansia che essi provocano, e pensi che sia la cosa giusta. Ma no, non è così, perchè quando non hai più niente ti rimani pur sempre tu, ti rimane il tuo corpo, il tuo essere vivo, e, alla fine, tu sei la persona che potrebbe perdersi, il che ti dà la malinconia più grande di tutte, perché la mancanza di te ti riesce insopportabile, ti manchi già adesso da vivo, figuriamoci dopo. Pensaci bene.

Kura

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