sabato 26 giugno 2010

La prossima volta ci vai tu.

Onestamente io preferivo gustarmi il mio drink a bordo nuvola nella stanza PP-734, con l'ipod senza batteria che riproduceva la musica che desideravo, cioè, non quella che preferivo tra quelle esistenti, proprio quella che desideravo: io pensavo che mi sarebbe piaciuto gustarmi un brano così e nel momento in cui lo pensavo il mio ipod lo riproduceva e questo era fantastico perchè succedeva per ogni brano che desiderassi. Se tipo, mentre ascoltavo un brano fantastico, chiamiamolo x, pensavo ad un brano di merda, diciamo y, il mio ipod non bloccava di colpo il brano spettacolare x, corrispondente perfettamente a quelli che erano i miei gusti e i miei desideri, e questo perchè io non desideravo ascoltare nessun brano y, q, z o t, ma solamente un bel brano x ed il mio ipod rispondeva. Era così per tutto: cibi auto-cucinantisi, letti auto-modellantisi, condizionatori auto-regolantisi, automobili auto-comandatesi, oggetti auto-comprantisi, case auto-addobantisi e all'infinito per ogni cosa, qualsiasi, gradissi. Qui sulla Terra, devo dire, fa tutto molto più schifo e non c'è nulla di tutto quello che avevo prima e non capisco come cazzo facciano a dire "la vita è un dono", quando a me sembra decisamente che ci abbiano fottuti tutti e, forse, quelli che lo hanno fatto devono star ancora pariandoci addosso, visto che lì non c'è tempo, oppure dev'essere stato qualcuno che non ragiona proprio.
Stesso nell'utero ho ricevuto un bigliettino bianco con le istruzioni e i primi passi da compiere appena fuori dalla vagina: aspettare di ricevere uno schiaffo sul sedere prima di iniziare incomprensibilmente a piangere mi sembrava già un netto peggioramento, per non parlare di quanto ero brutto con questo osceno color rosa. Gli ho risposto: "Si, grazie. La prossima volta magari chiedi". La cosa più sconcertante che ho dovuto scoprire è che non decido più io. E non intendo solo che non basta più pensare "cacca!" per produrre la mia, considerevole, quantità di escrementi giornalieri o che non basta più immaginare un perfetto, efficiente e portentoso coito per ottenerne uno, quanto piuttosto al fatto che non basta pensare "voglio dormire" perchè io voglia davvero dormire. C'è sempre una forza, molto più forte di me, che decide al posto mio quando, se e come devo voler dormire o qualsiasi altro desiderio mi soggiunga e, dopo anni di studi e riflessioni, sono giunto a ritenere che questa forza provenga da un punto centrale del mio corpo, detto Cazzo. Per il Cazzo ogni cosa è questione di vita o di morte, tanto da aver inventato Lui il famoso aforisma "Il Cazzo ha sempre ragione", poi cambiato con quell'altro da Erasmo da Rotterdam qualche migliaio d'anni più tardi.

M: "Dove le fa male esattamente?"
C: Sai già cosa devi dirgli.
P: "Qui."
M: "Perfetto, ora potrebbe indicarmi un punto sul suo corpo?"
C: Quante storie. Dai, spiegalo a questo finocchio.
P: "Ehm, si, è lì che mi farebbe male se in questo momento avessi un'erezione."
M: "Lì? A un metro dal suo pene?"
C: E dove se no?
P: "Si."
M: "Vede, un pene di dimensioni normali raggiunge tranquillamente dimensioni attorno ai 17, 18 centimetri. Un pene di dimensioni enormi possiamo presumere che raggiunga i 30 centimetri. E' impossibile che il suo Pene misuri un metro."
C: Tsk, illuso.
P: ...
M: "Mmmh ok, dove altro?"
C: Ancora? Fai vedere tu a questo pivello di cosa siamo capaci.
P: "Qui."
M: "Urca, le è cresciuto."

Polkan

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