sabato 8 maggio 2010

Adesso posso andare in prigione.

Il passo tra i diciassette e i diciotto anni misura circa uno yoctosecondo dell'esistenza di un essere umano. Dico circa perchè, teoricamente, ogni yoctosecondo è ancora divisibile in infinite frazioni del secondo e, in effetti, il passo tra i diciassette e i diciotto anni dovrebbe misurare quella frazione ultima di secondo che si raggiungerebbe scindendo lo yoctosecondo all'infinito, ma, dal momento che l'infinito è, per definizione, infinito e, quindi, senza fine, e poichè questo è un post e la questione della dimensione del tempo è piuttosto irrilevante (potrei dirvi che la parte più piccola misurabile del tempo è lo streptosecondo, voi lo prendereste per buono), allora taglio idealmente la testa al toro e, alla fine, quanto misura l'intervallo di tempo tra l'avere diciassette anni e l'averne diciotto è uno yocto del secondo. Mi immagino tutti quei tori che aspettano uno accanto all'altro, nella loro gabbia gigante e, a turno, vengono chiamati dal boia ogni volta che un tizio si scoccia di approfondire un discorso e gli vuole tagliare idealmente, per lui, la testa, ma in realtà lui non lo sa ma i tori da taglio esistono, da qualche parte, e il boia fa T8934! e uno si immagina un animale enorme che esce dalla gabbia su due piedi, guarda il boia negli occhi e il boia diventa improvvisamente tutto rosso e il toro, incazzato, lo uccide camminandoci sopra con una zampa, ma invece quello è felice, esce tutto contento dalla gabbia, gli altri lo applaudono con le corna, una ventina di tori si dispongono in due file da dieci e gli fanno una ola e quello alza la testa, col sedere un pò rialzato in segno di superiorità, si poggia sulla ghigliottina e, invece di aspettare il sacco nero sulla testa, l'ultima preghiera, le ultime cose che si fanno quando si deve morire, alza una zampa da dietro e lascia cadere la lama e zac, morto.
In quella yoctofrazione di esistenza che è in realtà il compleanno si pensa chissà cosa accada, forse si crede che, per avere un anno in più, una persona abbia dei meriti speciali, tipo una medaglia al coraggio che però, invece di essere una medaglia in oro 20 carati, è un anno in più che, tecnicamente, è un numero più vicino all'età ultima, che è quella della morte. Il che non è così attraente come idea, eppure ci si fa una festa su, ci si diverte e si mangia la torta che, per uno che delle cose vede sempre il lato negativo o che comunque adesso, da diciottenne, ha deciso di vedere sempre quello, visto che l'essere maggiorenne ti pone in una condizione di totale svantaggio rispetto al resto della società, è il Male, poichè quella che in principio era una torta, nel mio organismo, si scinde e si tramuta poi in grassi, carboidrati, zuccheri e tutte quelle componenti inciccianti di cui è composta che hanno come risultato finale quello di farmi ingrassare, il che abbassa notevolmente le mie aspettative di vita. Come se non bastasse il passo verso la fine che avevo già fatto a mia insaputa. In più adesso posso guidare l'auto - intendo legalmente - che è una cosa poeticamente desiderabile, ma, nell'ordine di idee di ciò in cui una cosa, per quanto bella, possa degenerare (a volte inesorabilmente) nel momento in cui questa entra nella mia vita, "un auto" si può tradurre anche come "un'opportunità in più di morire", che non è l'obiettivo che mi sarei prefissato, ecco. Però posso finalmente aprirmi un conto in banca, uno tutto mio, di quelli con il tasso che sembra bello e che poi fai la fine di quel barbone sotto casa, che mangia i pezzi di pane duri come roccia e ogni quattro giorni arriva l'ambulanza a soccorrerlo perchè lui, per farsi una doccia, finge di star male e chiama il 118. Dai, forse aprire un mio conto in banca è tutt'apparenza - "tutto fumo", si direbbe - non conviene, nel senso stretto del termine. E intestare qualcosa a mio nome, che è una delle mie nuove opportunità giuridiche da qualche minuto a questa parte, può sembrare sinonimo di potere e ricchezza, e invece, mi metterebbe nella irreversibile posizione di essere un Possedente, cioè qualcuno che, in nome delle proprie proprietà (per usare un poliptoto o qualcosa del genere), da un lato può accedere al credito (che, al contrario di quanto può sembrare, è a tutti gli effetti un debito) e dall'altro può essere incastrato da una donna, che è in una posizione di netto vantaggio poichè, a nome delle proprie proprietà (la vagina, in questo caso), può mettersi nella posizione di sposare un Possedente come sarei io, il quale poi, a seguito dell'inevitabile, scontato e premeditato divorzio, dovrà poi concederle ciò che in gergo tecnico si chiamano "alimenti" e che non sono altro che la pensione anticipata che una donna si conquista, legalmente, vendendo il suo corpo. Alla faccia della prostituzione.
Penserò piuttosto a quelli che sono davvero i miei vantaggi. Potrò finalmente votare, ad esempio. Ammesso che sia un vantaggio poter scegliere tra un numero limitato di facce, che sceglieranno a loro volta un numero illimitato di persone che mi rappresenteranno. Come a dire: vado a scegliere chi sceglierà per me chi dovrà scegliere. No, mi sa che non è un vantaggio. Però potrei candidarmi io, finalmente, ora che ho diciotto anni diciotto. Mi stuzzica l'idea dei soldi facili e del lavoro nullo e della pensione a vita. Si questo è un vantaggio. Lo scelgo. Lo metto assieme ai film porno. Adesso potrò guardare quelli in tv con quella fastidiosa scritta "vietata la visione ai minori di 18 anni" che non si regge più. E poi insieme ci metto il poker online e l'alcool, che da adesso potrò rispettivamente giocare e comprare liberamente: il primo è un bel passo grande verso il raggiungimento dei primi debiti, il secondo è il passo decisivo verso l'alcolismo, ma per questi ne vale la pena rischiare.
In realtà il vantaggio più grande dei miei diciotto anni è che sarà una giornata tutta per me, non mi esporrò a preoccuparmi di nessuno e questo sarà tutto merito del fatto che si chiama "compleanno", questa giornata. Di nessuno tranne della mia ragazza, che da ieri si sta impegnando per far diventare speciale questo sabato e che, sono sicuro, ci riuscirà. Questo è un gran bel vantaggio.


Polkan

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