mercoledì 4 maggio 2011

Solo per chi non lo sa già.

Ci sarebbero stati due modi, per scrivere questo post: 1) scriverlo; 2) accendere la web cam, fare una fotografia a me stesso e pubblicarla sul blog. Solo che, per una malaugurata concatenazione di eventi, quali il passaggio da windows XP a windows Seven (mesi e mesi fa), il fatto che suddetto passaggio non l'ho fatto io che a parte le cose di base (msn, firefox e rFactor) e tutte le altre raggiungibili via google non capisco assolutamente niente di computer, il fatto che non ci sia nessuno nè in casa nè online (da un'analisi frettolosa pare comunque che le 4:00 sia un'orario adatto solo a me per essere online) che sappia usare il computer meglio di me e che non ho voglia di passare altro tempo su questa cosa (credo di averci messo cinque intensi minuti per scrivere fin qui), non riesco a farmi le foto con la web cam. Allora, la domanda di oggi è questa: cos'è la felicità? Non lo so neanch'io - cos'è - ma so per certo, e vi stupirò, cosa non è. Non è quella cosa che va per forza ricercata con un'altra persona e per forza condivisa con un'altra persona. None. Non ci perdete proprio tempo, per la fiducia che spero ormai abbiate nei miei confronti, lasciate perdere la questione, se non siete d'accordo: non è quello. Quello si chiama vanto, per quanto a noi possa sembrare che sia proprio la felicità. Non è bello come la felicità, non perdura come la felicità, non dipende da se stessi come la felicità, non è motivo d'orgoglio - paradossale, eh? - come la felicità. E soprattutto finisce - sempre - quando il motivo del nostro vanto, e quindi della nostra serenità e quindi della bellezza di cui ci appaiono pervase le cose e quindi della nostra sensazione di invincibilità, verrà superato da un altro motivo di vanto che renderà felice qualcun altro fino ad un altro motivo di vanto e poi un altro e poi un altro, oppure quando coloro i quali non hanno nulla di cui vantarsi maggiormente inizieranno a fregarsene e a metterci una pietra su (alla faccia della nostra 'felicità') e questo finchè non moriremo tutti, infelici e soli. Questa semplicemente non è la felicità. Volevo dirvelo. Vi dirò al volo cos'è per me, invece.

La felicità è dirsi: "Sono felice" ed esserlo davvero. E lui potrà dire quello che gli pare, si ascolterà da solo. Il prof potrà mettermi qualsiasi voto desideri, se ne ricorderà da solo. Nelle tasche potrò avere qualsiasi cifra, mi ciberò cacciando. La birrà potrà essere calda, aspetterò si ghiacci. Il mare potrà essere agitato, tornerò domani. Lei potrà spompinare tutto il vicinato, qualcuno le verrà in bocca.


Polkan

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